Politica del fare: sempre e comunque

Mag 27th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

Chiusa la parentesi dei ballottaggi, la vita continua. Si torna ai “fondamentali” della politica. Non modificati dal test elettorale amministrativo, per ricco che sia di insegnamenti degni della massima attenzione. La formula di governo rimane forte del leale rapporto di collaborazione tra Pdl e Lega, nonché di una consistente maggioranza parlamentare.  Forte, soprattutto, della sua necessità. La stessa cosa può dirsi degli altri governi - da quello premiato dalla ripresa economica in Germania, a quello spagnolo castigato dal dissesto finanziario - tutti ugualmente colpiti nelle elezioni di mid term dalla depressione dello spirito pubblico, frustrato dall’infausto biennio che ovunque ha messo in forse aspettative di benessere crescente. Per nessuno è tempo di crogiolarsi nei vecchi giochi delle combinazioni parlamentari.  È il momento di spronare tutti all’impegno civile nel servizio alla comunità. Anche il nostro governo, non meno degli altri, ha un lavoro da portare a termine prima di renderne conto agli elettori. Il catalogo delle cose da fare è quello conosciuto e sottoscritto da tutti. Si tratta di rimettere in sesto il sistema-Paese: semplificazioni e liberalizzazioni, dimensionamento funzionale della spesa pubblica, infrastrutture e riforma fiscale. Un progetto finalizzato alla ripresa a ritmo sostenuto della crescita, che non può non chiamare in causa la stessa funzionalità del sistema politico-istituzionale. Si tratta di liberare dai mitici “lacci e laccioli” non soltanto l’economica produttiva ma anche la capacità di scelta e di decisione delle forze politiche, troppo speso impacciate da condizionamenti ricattatori che le rendono ostaggio della demagogia e della “volontà di potenza” di frange largamente minoritarie.  A fronte dell’urgenza di liberare dalle incrostazioni le potenzialità di una democrazia governante, avrebbe poco senso impuntarsi su battaglie di retroguardia in difesa delle buone cose che potevano essere e non sono state. Meno senso ancora avrebbe restare impantanati nella lunghissima transizione aperta dal passaggio al maggioritario. Ogni proposta di soluzione va esaminata pragmaticamente per i suoi risultati, constatati o prevedibili.

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