Mazzette: sinistra inflessibile sugli avversari ipocrita invece per salvare i suoi esponenti

Lug 25th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

“Siccome tre indizi fanno una prova, Penati più Pronzato più Tedesco fanno una questione morale anche nel Pd”. Lo ha scritto ieri un autorevole commentatore di sinistra come Antonio Polito. Alle cui giuste considerazioni possiamo aggiungerne un’altra: negli ultimi due anni sono stati 35 gli esponenti nazionali o locali del Pd arrestati, e più di 400 quelli indagati, quasi tutti per reati legati all’attività politica come abuso d’ufficio, truffa, corruzione e concussione.

 

Ne è passato di tempo da quando Berlinguer teorizzò la diversità morale del Pci in una famosa intervista a Scalfari. Una diversità del tutto inesistente, come avrebbero poi dimostrato le carte di Mosca che attestano un ininterrotto flusso di denaro dal Pcus a Botteghe Oscure dal secondo dopoguerra fino ai primi anni Ottanta.

 

Quello di Berlinguer fu in apparenza il cedimento demagogico a uno slogan da sempre nelle mani delle destre qualunquiste, ma in realtà si trattò di un espediente politico per coprire il fallimento di un partito che pochi anni dopo sarebbe stato costretto addirittura a cambiare nome dopo il crollo del Muro di Berlino. Ma da quel momento la questione morale è diventata in Italia il contenuto stesso dell’essere di sinistra, con grave danno della capacità di far politica.

 

Non a caso nella sinistra si è potuta iscrivere a pieno titolo una forza giustizialista e autoritaria come l’Idv di Di Pietro. Ma, come si è visto con le vicende di Papa e di Tedesco, la sinistra usa sulla questione morale due pesi e due misure: inflessibile quando c’è da colpire un avversario politico, ipocrita quando c’è da salvare un proprio esponente.

 

Insomma: il Pd pretende per sé quella presunzione di innocenza in fatto di moralità pubblica che non concede mai ai suoi avversari, e partendo da questa falsa verità è un attore protagonista del sistema, ma nello stesso tempo cerca di sedersi a tutti i tavoli dell’antipolitica. Un giochino ipocrita e di corto respiro che sta dilaniando il Pd al suo interno, come dimostrano le intemerate di Rosy Bindi contro il dalemiano Tedesco. Quando parte la corsa al moralismo, c’è sempre qualcuno più moralista di te.

Tre sono le inchieste principali che coinvolgono in qualche modo il Partito democratico e scatenano dibattiti interni tra chi vuole che la Magistratura non guardi in faccia a nessuno e chiede “pulizia morale” e chi parla di “mele marce” isolate, proclamando assoluta fiducia nei magistrati. I guai del Pd suscitano anche vistosi appetiti tra i suoi alleati, in primo luogo l’Idv di Antonio Di Pietro e il Sel di Nichi Vendola. Ma non mancano perplessità anche tra chi vorrebbe il Pd quale perno di un’alleanza alternativa all’attuale maggioranza.

 

La prima inchiesta riguarda Filippo Penati, ex presidente della provincia di Milano ed ex braccio destro di Pierluigi Bersani in quanto, fino allo scorso anno, coordinatore della segreteria politica. È indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti. Nel 2001 avrebbe ricevuto tangenti per 5,7 miliardi di lire per il recupero dell’area Falck. Alcuni imprenditori ammettono di avergli girato denaro.

 

La seconda inchiesta riguarda l’appalto Enac. Secondo la Procura di Roma, Franco Pronzato (del Cda Enac ed ex consulente di Bersani) è accusato di corruzione perché avrebbe cercato di agevolare la partecipazione della Rotkopf all’appalto per l’assegnazione dei collegamenti aerei tra l’isola d’Elba, Pisa e Firenze. Beneficiaria di alcuni finanziamenti – leciti e trasparenti secondo D’Alema – sarebbe proprio la Fondazione Italianieuropei guidata dallo stesso D’Alema.

 

La terza inchiesta riguarda la cosiddetta “sanitopoli pugliese”. I magistrati di Bari indagano Alberto Tedesco, ex assessore alla sanità della prima giunta Vendola. È accusato di corruzione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e falso per appalti e nomine truccate ai vertici delle Asl. La settimana scorsa, il Senato ha respinto la richiesta d’arresto. In Puglia è indagato anche Sandro Frisullo, ex vice presidente del Consiglio regionale pugliese.

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