La fiera degli anti italiani

Ott 27th, 2011 | Di cc | Categoria: Politica

Come volevasi dimostrare: l’Europa ha accolto la lettera del governo italiano e Berlusconi è tornato da Bruxelles con un indubbio successo. L’Ue è soddisfatta, i mercati anche, visto il clima euforico delle aperture di stamani. Il vertice convocato per salvare l’euro e l’Europa ha dimostrato due fatti inconfutabili:

-         che l’Italia non è la Grecia e che nessuno dei leader occidentali l’ha mai considerata tale;

-         -che il pregiudizio contro Berlusconi vive solo nella mente degli sfascisti italiani.

 

Il premier ieri sera, intervistato da Vespa a Porta a Porta, ha invitato l’opposizione ad essere responsabile, e dunque a cooperare, pur nella fisiologica distinzione politica, all’attuazione e magari al miglioramento degli impegni che il governo ha preso in Europa. Ma sono state, come sempre, parole al vento. Quelli dello sfascio, ossia la congrega degli anti-italiani, non hanno infatti alcuna intenzione di recedere dalle loro posizioni distruttive, e il coro - stonatissimo - che si è levato prima e dopo l’accordo di Bruxelles ha per leit-motiv lo stesso ritornello: il governo si deve dimettere. Non hanno saputo, in questi anni, mettere insieme uno straccio di alternativa credibile, sanno benissimo che un governo tecnico o di responsabilità nazionale non ha alcuna possibilità di nascere, ma continuano a delegittimare l’unico governo in grado di traghettare il Paese fuori dalle secche della crisi: il governo Berlusconi. E così, le agenzie in queste ore hanno battuto una lunga serie di luoghi comuni dettati dalle segreterie dell’opposizione, pieni solo di commenti rancorosi e di toni massimalisti da “tanto peggio, tanto meglio”. Ormai non ci sono più differenze tra le sinistre e il cosiddetto Terzo polo, quello che dovrebbe occupare l’area moderata del centrosinistra.

Sono sfascisti, sanno solo criticare, denigrano Berlusconi e il Paese. Alla vigilia del vertice di Bruxelles hanno gettato fango e pessimismo sul governo e sulla “lettera”. Ecco alcuni esempi eloquenti di “uccelli del malaugurio” che oggi sono clamorosamente smentiti.

 

Bersani sentenziava: “Berlusconi sta limando, ma limare significa assottigliare e bisogna vedere se la letterina che sta limando Berlusconi andrà bene all’Europa”. E ancora: “Da qui a una settimana saremo punto e a capo. La realtà è che l’Europa sta dicendo al governo ‘andate a casa’ ”.

 

Casini aggiungeva: “Se l’Italia vuole evitare sarcasmi insultanti deve comportarsi da Paese serio ad assumere provvedimenti credibili. Mi sembra che stia capitando l’esatto contrario. Ma di che stiamo parlando? Chi si crede di prendere in giro?”.

 

La Finocchiaro autoconvinta di poter dare lezioni al Governo commentava sconsolata: “Una lettera all’Unione europea di 15 pagine? Il fatto e’ che l’Italia e’ chiamata a rispettare gli impegni assunti di fronte all’Ue e non riesce a farlo per colpa di un governo debole”.

 

La Bindi addirittura affermava certa: “La vera misura che l’Europa ci chiede è il passo indietro di Berlusconi. Bisogna vedere se il compitino soddisfa la Ue”. Concludiamo con Donadi che chiosava: “La lettera che il governo e’ andato a portare in Europa e’ solo un flebile balbettio rispetto a quello che chiedeva l’Europa”.

 

·        E ora, cosa diranno questi denigratori? Ora che l’Europa, ai massimi livelli, ha promosso – seppure con qualche riserva- Berlusconi e l’Italia, avranno ancora la faccia tosta di insistere, di criticare senza avere neppure uno straccio di proposta? Si, purtroppo si!

 

Per lorsignori c’è solo l’ossessiva rincorsa al dopo-Berlusconi. Eppure, anche ieri il Capo dello Stato ha lanciato un nuovo e forte appello, invitando tutte le forze politiche che si candidano a governare il Paese ad essere consapevoli della necessità di adottare misure anche impopolari. Un invito esplicito ad uscire dagli schemi della vecchia politica e dai teatrini. Tutti dovrebbero essere consapevoli del momento, per affrontare con spirito di coesione le questioni ineludibili che la Bce ci ha chiesto di risolvere. Il governo ha fatto per intero la sua parte, e ora spetta al Parlamento dimostrarsi all’altezza di dare risposte credibili ai mercati. La maggioranza c’è, come si è visto in tutti i passaggi cruciali della legislatura; l’opposizione ancora no, e il patto dell’orecchino siglato dal presidente della Camera a Ballarò con Vendola non promette proprio nulla di buono. E’ stato un colpo di teatrino degno della peggior politica.

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