Come cresce la fiscalità

Dic 17th, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

L’Italia è all’emergenza fiscale, e il governo di Mario Monti non può ignorarlo in nome di un’altra emergenza, quella europea. Né della natura tecnica dell’esecutivo. E neppure appellandosi alla piaga dell’evasione. Anzi, tanto più si tassano redditi, beni e consumi dei cittadini onesti, tanto più si premia il sommerso e chi comunque la fa franca. La Confindustria ha diffuso un dato: nel 2012 la pressione tributaria arriverà al 45,5%; che tenendo conto di chi le tasse non le paga significa il 54% che graverà in media sui contribuenti onesti. Una cifra in linea con quelle della Banca d’Italia che parla di pressione fiscale al 45%. Questo record è dato dalla somma di Irpef, reintroduzione super-maggiorata dell’Ici, aumenti di Iva e, a pioggia, di beni consumo a cominciare dalla benzina, rincari di ticket sanitari e dei servizi pubblici, maggiorazioni ancora su Irpef ed Ici riservate agli enti locali.

Il Corriere della Sera dedica al problema un’intera pagina: titolo, “Fiera delle tasse, un euro su due al fisco”. Insopportabile. Ed il premier non può non tenerne conto né utilizzare il senso di responsabilità mostrato dai partiti – senso di responsabilità che noi continueremo a garantire – come una sorta di licenza ad uccidere. Da editorialista del Corriere, Mario Monti ha scritto decine di editoriali contro la voracità del fisco sui “soliti noti”; ma da capo del governo sembra che non abbia altra ricetta per far quadrare i conti se non di aumentare tasse e imposte su chi già paga. Ed infatti la sua manovra, che già nasceva per due terzi di tasse, sotto questo profilo è peggiorata in corso d’opera.

A questa situazione esplosiva si aggiungono le misure messe in campo contro l’evasione per il 2012: divieto di uso del contante oltre mille euro, trasmissione all’Agenzia delle entrate di tutti i movimenti bancari, spesometro e redditometro da compilare per tutti i contribuenti. Alcune di queste norme le aveva studiate il governo di centrodestra, ma per monitorare e quindi intervenire le categorie a rischio, non per costruire un grande fratello fiscale. Adesso è il loro combinato disposto, assieme all’aumento delle pressione del decreto Monti, a costituire un cocktail micidiale. Siamo sicuri che tutto ciò non si rivelerà, oltre che vessatorio, anche controproducente dal punto di vista di quel fenomeno che si vuole combattere?

Non solo. Il governo Berlusconi aveva recuperato cifre significative dall’evasione senza ricorrere a strumenti da stato di polizia: oltre 26 miliardi in meno di tre anni, come ha confermato il viceministro Vittorio Grilli. E soprattutto aveva approvato una legge delega per ridurre entro il 2012 le imposte dirette spostando il carico sulle indirette. Anche questa è una forma di contrasto all’evasione, perché chi non paga l’Irpef spende comunque in consumi. Ebbene, che fine farà tutto questo? Non vorremmo che alla fine restassero solo tasse, tasse, tasse. In costante, vertiginoso aumento.

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