LA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA APRE LE PORTE AI DIPINTI DELLA COMES
Dic 18th, 2011 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura
La facoltà di Architettura “Federico II” di Napoli, per un mese intero, apre le porte all’artista Lilliana Comes. La Galleria della Biblioteca Centrale di Palazzo Gravina in via Monteliveto ospiterà l’artista in una personale dal titolo “Pagine nuove nel più antico libro” a cura di Luciano Cervino, che prende il via il 16 Dicembre 2011 per concludersi il 16 Gennaio dell’anno nuovo.
“Si dilatano gli orizzonti dell’arte intimistica di Lilliana Comes, la cui ricerca, nell’indagine dei volti e delle figure umane, investiga le ragioni dei sentimenti, che determinano nelle espressioni transiti e pensieri”, scrive dell’artista il critico Angelo Calabrese, che ha firmato il catalogo delle opere.
“La Runa”, “Matilde”, “Le Fate violate”, “L’Ucraina”, “Vesuvium Sun”, sono solo alcune delle opere incluse nella Mostra allestista nella splendida cornice della Facoltà di Architettura, che conta su 40 opere, che i visitatori potranno ammirare gratuitamente anche nel periodo natalizio perché la Biblioteca resterà aperta. L’evento fortemente voluto da Sino Pignalosa, direttore della Biblioteca, si inserisce in un percorso d’arte che la Facoltà porta avanti da oltre un decennio e che ha ospitato importanti artisti italiani e stranieri.
“E’ un’iniziativa, che ho fortemente voluto e di cui vado fiero, perché apre la Facoltà all’esterno in un luogo in cui si formano gli studenti al bello ed all’arte in una città che ha tanta arte, ma non la valorizza perché non ha spazi pubblici. – dice il direttore Pignalosa – Ho in verità anche un rammarico, perché andrò via a Febbraio e chi prenderà il mio posto già ha fatto sapere che chiuderà la Galleria impedendo questo scambio con la città”.
“Sono onorata di esporre la mia arte ed il mio mondo in una cornice così importante. – dice Lilliana Comes – Non appartengo alla categoria degli artisti “di denuncia”. Le mie opere hanno più una connotazione intimistica, onirica, ma che fanno riflettere su ciò che quella donna rappresenta. Qualcuno ha detto che le mie “donne” fanno compagnia, credo che non vi sia complimento più bello, per l’implicito intimismo, che include”.
Alla Facoltà l’artista Lilliana Comes lascerà in dono l’opera “Donna città”, proprio in omaggio all’Ateneo in cui si formano coloro che progettano i luoghi in cui viviamo. Ai giovani universitari è anche dedicata la “prima” che si è tenuta nella giornata di giovedì 15, esclusivamente per gli addetti interni alla Facoltà.
Per tutti gli altri l’opening è fissato per venerdì 16 Dicembre alle ore 17,00. All’incontro prenderanno parte personaggi illustri della cultura partenopea, tra cui Angelo Calabrese e Marco Mirante. Sarà possibile visitare la Mostra per vedere le “Donne” della Comes, sino al 16 Gennaio tutti i giorni escluso i festivi dalle h8,30 alle 17,00.
NOTE SULL’ARTISTA
Lilliana Comes nasce a Napoli, figlia d’arte di padre scultore, incisore e miniaturista esperto in camei, acquisisce proprio da lui il gusto per l’Estetica, che nella sua carriera artistica, è stata lo strumento per emozionarsi e emozionare chi si pone davanti alle sue opere.
Si diploma all’Istituto d’Arte “F.Palizzi” di Napoli e inizia quasi subito a lavorare scegliendo il percorso pittorico; allieva dello scultore Lelio Gelli e di Enrico Cajati segue brillantemente i corsi di disegno del pittore Luigi Annunziata.
Si appassiona in particolare agli artisti dell’Ottocento Napoletano, studiandone le campiture e subendone il fascino coloristico, che influenzerà fin dall’inizio la sua tecnica pittorica.
Poi desiderosa di “purificarsi” di un percorso classico, che ha raccontato in modo magistrale ed unico tutto quello che c’era da dire, inizia la ricerca del “suo” stile e sperimenta il colore anche in modo fisico, quasi a farlo entrare nella pelle ed a fondersi in esso.
Ancora oggi, il colore è al centro del suo mondo pittorico e continua gli studi approfondendo le ricerche coloristiche.
Nel frattempo le sue opere, ovvero le sue “Donne”, sono accolte in pinacoteche private, Musei e Enti pubblici. Ha varcato anche i confini italiani approdando in Cina, dove con il percorso “Mediterraneam” sono giunte quattro opere oppure in Germania in una collettiva