IL VESCOVO LUCIO LEMMO: “VOI MI APPARTENETE! CAMMINIAMO INSIEME VERSO IL PARADISO”!

Gen 27th, 2012 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

Nel campetto, intorno al falò, la comunità parrocchiale di S. Antonio Abate ha ritrovato se stessa

Regnava un clima di armonia familiare, Martedì 17 Gennaio, nella  Parrocchia “S. Antonio Abate”, in occasione della ricorrenza della festa del Santo Patrono. Si sa, agli eventi familiari più belli e significativi partecipano l’intera parentela e gli amici sinceri, ai quali è riservato un posto particolare nel proprio cuore; non poteva, allora, non condividere la  gioia di ciascuno di noi, nel giorno dedicato al santo Patrono, il Vescovo ausiliare mons. Lucio Lemmo, già parroco della nostra comunità, nella quale vi ha svolto per oltre 10 anni il  ministero sacerdotale, donandosi “tutto a tutti”. Alle ore 18,00, nel salone parrocchiale, una nutrita rappresentanza di fedeli lo ha accolto quale membro carissimo della famiglia ecclesiale e ha espresso la propria letizia interiore attraverso canti di giubilo eseguiti da un gruppo di giovani. In tale circostanza, l’avv. Mauro Iavarone, a nome  della comunità di S. Antonio Abate, ha letto una lettera all’Eccellenza reverendissima permeata di sentimenti di filiale affetto e di profonda gratitudine, avendo molti “attraverso la Sua guida trovato il Signore, scoperto Dio – amore, il carisma dell’unità”. Degno di essere menzionato il passaggio in cui Iavarone, facendo riferimento all’ “amato Padre Marco, testimone autentico della radicalità evangelica”, ha rimarcato il provvidenziale affidamento della Comunità a “mani altrettanto salde, guidate da mente e cuore altrettanto santi”.

  La solenne celebrazione eucaristica, alla quale ha partecipato una moltitudine di fedeli e una rappresentanza dell’Amministrazione civica, tra cui il Sindaco Carfora, ha avuto inizio con il canto “Lodate Dio”, eseguito dal “celestiale” coro diretto dal M° Fabiano. All’inizio della Messa, Don Marco, che ha concelebrato insieme con il Vescovo, unitamente a un sacerdote dell’ordine dei Camilliani, ha espresso a “Don Lucio” i sentimenti profondi di tutta l’assemblea liturgica, grata al Pastore per “aver generato tanta vita in questa Comunità”. Nella prima parte dell’omelia, l’Officiante ha posto in rilievo che il legame di affetto che lo unisce alla Comunità di S. Antonio Abate, in un rapporto di amore vicendevole, non può essere che duraturo, poiché si fonda sulla roccia, sulla Parola di Dio. La grande figura di S. Antonio Abate, ha spiegato il Presule, pone in risalto un aspetto fondamentale della vita cristiana, quello di porre Dio al primo posto;  certo, le insidie del Diavolo sono frequenti, inducendo alla bramosia del potere, del successo, delle ricchezze, del protagonismo. A lui interessa che le persone non giungano alla Vita eterna, che muoiano disperate. Come difendersi , allora? La risposta l’ha fornita S. Paolo nella lettera agli Efesini, proclamata nella Liturgia della Parola: “Indossate l’armatura di Dio per resistere al Diavolovegliate con ogni perseveranza”. E’ questo il modo, ha sottolineato il Vescovo, per conquistare il Paradiso: non bisogna cedere al relativismo etico, in base al quale è lecita ogni scelta (aborto, infedeltà coniugale, disonestà e intrallazzi vari…), giustificata dal fatto che tutti lo fanno. “Non tutto si può fare”  - ha tuonato l’ex Parroco della nostra Comunità. “Se vuoi la Vita eterna rispetta i Comandamenti di Dio ( su tale invito era imperniata la pagina del Vangelo proclamata), non giocare con la tua vita! Si possono allontanare le insidie del Diavolo, se insieme, ispirati dal patrono S. Antonio Abate, ascoltate e incarnate la Parola, vivendo in comunione d’ amore. Più si è uniti, più il Diavolo non è in grado di attaccare e di precludervi la gioia del Paradiso. Rendete salda questa comunità con legami d’amore, continuando l’opera iniziata tanto tempo fa. Allenatevi all’interno di essa ad essere uniti, amandovi gli uni con gli altri”. E’ questa la strada da percorrere per conquistare la Vita eterna. Permeata di calda tenerezza paterna e di profondo amore l’esortazione conclusiva: “Voi mi appartenete. Dobbiamo andare tutti in Paradiso” e, scherzando,: “Io vi precedo, guai se qualcuno non si prepara a  venire! Vi vengo in sogno e vi faccio paura…Un ringraziamento particolare, al termine della Messa, Sua Eccellenza l’ha porto al comandante della Polizia municipale, dott. Pezzullo, per i due vigili in alta uniforme (Giuseppe Esposito e Antonio Orecchio ) posti impeccabilmente ai lati dell’altare, in atteggiamento dignitosamente austero durante tutto il tempo del banchetto eucaristico.

  Dopo la Santa Messa, nella quale la preghiera ha assunto, talvolta, accenti particolarmente elevati e soffusi di misticismo grazie ai canti del coro, tantissimi fedeli sono confluiti nel campetto dove diversi operatori pastorali, abili nell’arte culinaria, stavano preparando i panini con salsicce appena cotte sulla brace con contorno di frigiarelli o melanzane sott’olio. Il ricavato dalla vendita dei panini sarà devoluto per le attività formative dei giovani e delle famiglie. Tra sorrisi, battute, strette di mano, un discorrere gaio ed ilare e l’ascolto di brani musicali proposti dai giovani è trascorsa una santa serata nella quale una comunità ha ritrovato se stessa, riscoprendo con gioia il senso di rapporti autenticamente umani, privi, una volta tanto, di superficialità. Il  “pezzo forte”, naturalmente, è stato il classico falò, che, ancor più che il corpo, ha riscaldato gli animi, ritemprandoli al fuoco dell’amore evangelico. Lì, nel campetto, attorno alla imponente lingua di fuoco, si è sperimentato il piacere della collaborazione, il sapore di un sorriso sincero, la gioia del dialogo, la felicità per lo stupore di sentirsi voluti bene e, chissà, il tripudio del cuore per un forte abbraccio,  inizio di un percorso di riconciliazione. Con il fuoco dell’amore dentro il cuore, ciascuno è ritornato nella propria famiglia per irradiarla con i raggi del servizio e della donazione di sé, sull’esempio del santo Patrono.    

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