Europa, l’attacco della speculazione

Apr 27th, 2012 | Di cc | Categoria: Esteri

Quando si vota in un paese di antica democrazia con percentuali così importanti, bisogna riflettere su ciò che è sta accadendo. E quel che accade in Francia è un rifiuto crescente di questa Europa: non solo di un modello ormai tagliato ad uso e interesse della Germania, ma anche di un’Europa che si occupa più dei mercati che della gente, che sacrifica la realtà ed i bisogni delle persone al totem del politicamente corretto, come sull’immigrazione. Che subordina il lavoro alla globalizzazione.

 

Dopo la Francia è l’Olanda a ribellarsi: un paese a tripla A, che non ha mai avuto problemi economici, che ha vissuto spesso all’ombra della Germania. E dopo Olanda e Francia, potrebbe toccare alla Danimarca. Quanto alla Gran Bretagna, non ha mai aderito al fiscal compact; mentre l’Irlanda ha annunciato che lo sottoporrà a referendum popolare. E siccome al rigorismo uber alles si sta opponendo la Spagna del popolare Mariano Rajoy, e perfino la Grecia con tutti i suoi problemi, ecco che la Germania rischia di trovarsi a piantare la propria bandiera sola sulle macerie di un’Europa scontenta e disunita. Ed ora cerca l’asse con Monti.

 

Ci pensi bene il capo del governo e ci porti prove concrete a carte scritte, come per i famosi compiti a casa. L’Europa delle tasse e delle banche, l’Europa che sacrifica coesione sociale, benessere e dinamismo economico ai diktat di Berlino e Francoforte, non la vogliamo più. La rivoluzione americana nacque su un principio: “No taxation without representation”. Niente tasse se non è il popolo a decidere. E’ ora di tornare a questi fondamenti liberali; all’impresa; al lavoro; alla difesa della casa e della proprietà; ad un maggior peso europeo nel mondo. Questa è la bandiera ed il programma di noi moderati.

 

I birilli europei cadono uno dietro l’altro. Monti apra gli occhi, e si guardi bene dal sostituire Sarkozy nei patti leonini con la Merkel.

 

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