Alfano: legge elettorale, siamo pronti
Lug 10th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica
“La nostra risposta alla condivisibile lettera del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è breve e chiara: noi siamo pronti. Il lavoro finora svolto dalle forze politiche non è stato vano perche è servito ad avvicinare le posizioni e a creare un atteggiamento consapevole e costruttivo, che è indispensabile presupposto per l’approvazione della nuova legge elettorale”.
Lo dice in una nota Angelino Alfano. Il segretario del PdL ribadisce le richieste del partito “La materia elettorale, peraltro, non è questione teologica, dunque - premette - è molto opinabile ed è legata al tempo storico e politico in cui si scrive. Sicchè, su alcune questioni concrete, noi abbiamo una posizione che sembra non coincidere con quella del Partito Democratico.
In particolare, siamo orientati verso un premio di maggioranza da assegnare al primo partito, capace di salvaguardare la dinamica del bipolarismo e, al tempo stesso, tale da non drogare il risultato elettorale.
Per essere concreti, se il primo partito nei sondaggi attuali ha il 25%, non può ricevere un premio del 15%, cioè superiore alla meta dei voti conquistati sul campo: altrimenti il premio sarebbe di dimensioni tali da costituire la terza forza parlamentare. Inoltre, vorremmo che il partito vincitore, guidato dal proprio leader, fosse in grado di formare un governo e una coalizione. Mentre questi anni ci hanno regalato (soprattutto nel campo della sinistra) coalizioni multicolore, ma senza identità di governo e omogeneità di programma.
Infine, sulla modalità di selezione degli eletti, siamo per restituire ai cittadini la facoltà di scelta. Ciò può avvenire in due modi: o con collegi uninominali o con le preferenze. Su questa materia, credo che in tutti i partiti ci sia un dibattito.
Dal nostro punto di vista, nei collegi uninominali, la gran parte della scelta la fa il partito che individua il candidato e solo la parte residuale spetta al cittadino che se non vuole far vincere la parte idealmente e culturalmente a lui avversa, affidando ad essa il governo del paese è costretto a votare per il designato dal partito. In un tempo in cui i cittadini richiedono tanta partecipazione, forse - aggiunge ancora l’ex Guardasigilli - è bene che i partiti indichino un’ampia rosa di candidati dentro la quale gli elettori potranno esprimere la propria preferenza, in coerenza con il proprio ideale politico e con la stima verso il candidato prescelto”.
“Del resto - continua Alfano -, anche la storia recente ci insegna come le indagini e financo le richieste di arresto nei confronti dei parlamentari, siano arrivate numerose sia nelle tre legislature in cui si è votato con il Mattarellum (collegio uninominale maggioritario) sia nelle due in cui si è votato con la legge vigente. Qualora il Pd non fosse d’accordo su un’ipotesi di questo genere, c’è sempre la nostra disponibilità a ragionare su piccole circoscrizioni e secondo il cosiddetto modello spagnolo che è già stato presentato da noi al Senato. Senza considerare inoltre la disponibilità che abbiamo offerto a ragionare sul doppio turno di collegio a condizione che una simile legge elettorale sia abbinata all’elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte dei cittadini”.
“A noi - osserva il segretario del Pdl - dunque non si potrà mai e poi mai imputare di non volere l’accordo sulla legge elettorale. Ecco perchè, da domani, siamo pronti a valutare in Senato tutte queste ipotesi, in piena trasparenza e concretezza. Esprimiamo il vivo auspicio che proprio al Senato si possa consumare in tempi rapidi la prima lettura della nuova legge elettorale”, conclude Alfano.
Schifani: il Senato pronto al dibattito
”Il Senato, non appena definito il testo, non si sottrarrà all’impegno, pur in presenza di un intenso calendario dei lavori, in questa fase significativamente condizionato dall’esigenza di assicurare in via prioritaria l’esame dei numerosi disegni di legge presentati dal Governo”. Lo afferma Renato Schifani sull’esame della legge elettorale.
Chicchitto: senza intesa, confronto in Parlamento
‘Se finora non c’e’ stata una intesa cio’ e’ dipeso non da un capriccio delle forze politiche ma dall’esistenza di linee diverse che sono emerse anche nelle dichiarazioni di ieri da un lato della senatore Finocchiaro dall’altro del senatore Gasparri e dell’onorevole Casini e allora nessuno, neanche il Pd, che sembra essere investito di una sorta di ruolo taumaturgico sia nelle scelte di merito di questo governo sia perfino nella legge elettorale, puo’ pretendere che il suo punto di vista si affermi per una sorta di status privilegiato”. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. ”Di conseguenza – conclude - le cose sono molto semplici: o si trova rapidamente una intesa, oppure il confronto non puo’ non essere nelle sedi parlamentari su ipotesi diverse”
Lupi: il PdL vuole la riforma istituzionale
“La lettera del presidente Giorgio Napolitano non ci coglie certo impreparati. Come Pdl siamo stati tra i primi a sostenere la necessità non solo di una modifica della legge elettorale, ma di una revisione profonda dell’impianto istituzionale con l’elezione popolare del Capo dello Stato”. Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera dei deputati. “Lo abbiamo fatto perche’ crediamo che, per recuperare credibilità, la politica deve rimettere al centro i cittadini e ridare loro la possibilità di scegliere i propri rappresentanti”, aggiunge. “Per questo abbiamo aperto un confronto tra i partiti su alcuni punti, per esempio preferenze o collegi. Non abbiamo raggiunto l’accordo. Sia allora il Parlamento a decidere perche’ non solo non si puo’ lasciar cadere nel vuoto il richiamo del capo dello Stato ma anzitutto non va delusa la giusta attesa dei nostri concittadini”, conclude Lupi.
Meloni: nel PdL c’è un confronto aperto
“Le parole di Fabrizio Cicchitto sull’introduzione delle preferenze dimostrano che nel PdL c’e’ un confronto aperto per presentare la migliore proposta di riforma della legge elettorale possibile per l’Italia, al di là dei dubbi o delle sensibilità personali. Le dichiarazioni della senatrice Finocchiaro, invece, mi hanno sorpreso: con l’introduzione dei collegi sono comunque i partiti a decidere, a meno che i candidati non siano scelti a seguito di elezioni primarie e la Finocchiaro, che vanta una grande e riconosciuta esperienza politica, non puo’ non saperlo.