I quotidiani e le televisioni sempre in luna di miele con Monti

Lug 11th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

Chissà quale putiferio sarebbe mai successo se il Presidente del Consiglio del precedente Governo avesse osato attaccare pubblicamente il presidente degli industriali, reo di averlo criticato! I più dotti e i più solitamente pacati tra gli analisti dei grandi quotidiani si sarebbero scatenati contro il prepotente che non accettava il legittimo diritto di critica, contro il prevaricatore che voleva impedire il sacrosanto esercizio della democrazia.

 

Sarebbero state giornate di fuoco, di prese di posizioni istituzionali, di vibrate proteste e di accorati rimproveri: poveri noi, dove siamo arrivati, si sarebbe detto a gran voce, ora anche la Confindustria si deve schierare con il Governo, ma dove arriveremo di questo passo?

 

Dalla metà del novembre scorso, da quando il presidente Berlusconi fece un passo indietro, in maniera responsabile, per lasciare spazio a un Governo dei tecnici, sostenuto da un più vasto arco di forze politiche, da quel momento si è avviata una luna di miele tra i professori e i grandi giornali, una luna che può apparire a tratti anche calante ma che sempre e immancabilmente torna al suo massimo. Un’indagine? Un avviso? Un sospetto? Tutte quelle indiscrezioni che fino a otto mesi addietro avrebbero aperto le porte dell’inferno e dato il via a paginate di inchieste ora sembrano acqua di rose, acqua passata.

 

Macché polemiche, tutti buoni e calmi, la parola d’ordine è disturbare il meno possibile il manovratore. Poco importa poi che quest’ultimo magari se la prenda direttamente con un giornalista, come accadde con un corrispondente italiano da Bruxelles, poco importa se le domande concesse al termine di un vertice importantissimo a quattro siano ridotte al lumicino, contingentate come mai in precedenza. Non c’è più il Governo di centrodestra, non c’è più il Governo che voleva “ridurre le libertà del Paese”, ora tutto e’ permesso fuorché criticare, perché chi critica non lo fa per sostenere una propria teoria, un proprio e diverso pensiero, chi critica e’ animato da uno spirito disfattista che minaccia la stabilità del Paese. Il presidente degli industriali, quindi, agisce come la speculazione internazionale che prende di mira il nostro debito sovrano e si incaponisce per sbattere fuori l’Italia dalla zona dell’euro? Le critiche ai tagli alla spesa non sono anch’esse utili ma addirittura dannose o potenzialmente pericolose? E se qualcuno dice e sostiene che dietro a ognuno di questi numeri che indicano un taglio sulla carta, c’è una persona reale che rimane senza lavoro, una famiglia concreta?  E’ questa denuncia un atto grave contro lo stato di salute del Paese?

 

E se altri industriali corrono in soccorso delle idee del loro nuovo presidente Squinzi portando elementi di riflessione? E le forze politiche debbono e possono ancora criticare in  rappresentanza diretta di tutti quelli che hanno dato il loro voto? Non sarà forse meglio mantenere libero e aperto il diritto democratico di critica?

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