Intercettazioni, regolarle non è più un tabu

Lug 27th, 2012 | Di cc | Categoria: Politica

”E’ del tutto incoerente lamentarsi dei guasti del sistema e poi non portare mai a termine una ragionata e condivisa opera di riforma”. Così, in una intervista al Messaggero, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, per il quale va fatta ”adesso” la riforma delle intercettazioni. Vietti riferisce l’ultimo colloquio di ieri con Loris D’Ambrosio, il consigliere giuridico del Quirinale stroncato da infarto dopo essere finito nel mirino della solita procura di Palermo. E’ stato lo stesso Giorgio Napolitano a mettere in relazione la tragedia con la “campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni ed escogitazioni ingiuriose”.

 

Il capo dello Stato aveva posto alla Consulta un conflitto di attribuzioni con la procura che aveva intercettato il Quirinale e lo stesso Napolitano nell’ambito di un indagine apparsa a tutti come l’ennesimo show mediatico di pm che si servono di pentiti giudicati dalla stessa magistratura inattendibili e interessati al denaro.

 

Ora è l’intero vertice del Csm (Vietti ne è il vicepresidente, Napolitano il presidente) a chiedere una legge che limiti lo scandalo delle intercettazioni: siamo infatti il paese più spiato del mondo. Vietti va al punto: occorre che “anche alla luce delle più recenti vicende il legislatore possa finalmente affrontare il tema delle intercettazioni non come arma impropria da usare contro gli avversari politici ma per regolamentare meglio e più compiutamente questo indispensabile strumento di indagine”.

 

Non strumentalizziamo nulla: ma non possiamo tacere su tutti i tentativi che abbiamo fatto per riportare l’Italia, sulle intercettazioni, tra i paesi civili. La controffensiva dei Di Pietro, dei Travaglio, degli Ingroia e del partito delle toghe rosse è già in corso. Non dimentichiamo che fu la morte dell’innocente Enzo Tortora a portare al referendum sulla responsabilità civile dei giudici: ma la legge non è mai stata applicata.

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