L’inquietudine del Re solo

Set 27th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica

Certo che occorre essere dotati di un’enorme dose d’ottimismo per non aver messo in debito conto una plateale e decisa azione del Pdl nel caso fosse confermata a Palazzo Madama la decadenza di Silvio Berlusconi.

Solo così può essere spiegata l’improvvisa inquietudine di Re Giorgio (Napolitano) di fronte alla notizia delle più che probabili dimissioni in massa dei parlamentari del PdL.

Bastava un pizzico di buon senso e concretezza politica per intuire come l’estromissione dal Sento del leader del Centrodestra non poteva ridursi, dopo tante parole, in un piccolo soffio di vento sul Governo; bastava ancora meno per evitare un simile desolante scenario trovando soluzioni di buon senso che avrebbero consentito di guardare avanti con la sufficiente serenità.

Ma si voleva veramente impedire tutto questo?

Adesso gli spazi di manovra si sono ristretti e solo una trovata a dir poco geniale potrebbe invertire la marcia che porta dritti alla crisi di Governo.

Il Presidente Letta in queste ore chiede di verificare la maggioranza prima del 4 ottobre, giorno in cui dovrebbe essere votata la decadenza del Cavaliere, un riscontro politico che, nelle attuali condizioni,  servirà solo ad alimentare lo scarica barile delle responsabilità.

La prova di ciò sono le convulsioni propagandistiche di cui è preda la stessa compagine governativa: non passa giorno che esponenti del governo non si accapiglino su temi che dovrebbero aver condiviso all’atto della stesura del programma: uno spettacolo penoso!

A chi giova tutto ciò? Chi trae benefici dal caos? Chi pensa di trarne vantaggi?

Di sicuro sappiamo che è il Paese a pagare le conseguenze di questo vortice impazzito.

E mentre qualcuno è ormai calato nella parte del giustiziere della notte e il re Giorgio appare impotente e sempre più isolato, i problemi rimangono lì a corrodere sempre più velocemente il sistema Italia.

La burocrazia, il peso fiscale, l’incapacità di razionalizzare la spesa pubblica, la disoccupazione, gli imprenditori che scappano dall’Italia, temi sui quali occorrerebbero interventi strutturali forti vengono tirati fuori solo a fini propagandistici.

Da questo governo, voluto fortemente da Napolitano, ci aspettavamo qualcosa di diverso.

Gli italiani sanno che la bacchetta magica non esiste, ma almeno speravano in una tregua che avesse come obiettivo  la salvezza del Paese.

E invece no. Frange determinanti e potenti hanno preferito spingere gli apparati di partito verso una guerra stupida al grido dell’abbattiamo il nemico a ogni costo.

E allora, se non si è in grado di abbandonare il gioco al massacro che sia subito crisi e si chiuda, una volta per tutte, la pantomima che sta conducendo l’Italia verso il baratro.

In questo frangente la consultazione elettorale è il minore dei mali.

Se dalle urne esce un vincitore chiaro allora significherà che c’è stata una scelta palese e chi vince avrà la responsabilità di governare dimostrando d’avere le idee chiare sul futuro.

Se invece dalle urne dovesse ancora uscire una situazione di stallo non vi saranno alternative: o si trova un vero accordo tra le forze mettendo da parte anche le aspirazioni giustizialiste o si sarà irrimediabilmente spinti verso un’instabilità democratica di portata imprevedibile.

A quel punto anche le inquietudini del Re solo saranno ricordate con nostalgia. 

Edoardo Barra

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