La festa di tutti i Santi

Ott 29th, 2013 | Di cc | Categoria: Religione

Il primo di Novembre la Chiesa cattolica festeggia la festa di Ognissanti. Per una grazia singolare, la Chiesa custodisce la stessa freschezza di 2000 anni fa. La santità è la giovinezza della Chiesa, che non esige condizioni storiche, sociali o psicologiche speciali per realizzarsi. Si incarna in ogni epoca, attraverso il cuore di chi la accoglie; irradia di luce il mondo, feconda i solchi aridi della terra, produce, dovunque passi, il frutto dolcissimo della carità.
I Santi non si arrendono mai. Non cedono neppure di fronte alle loro fragilità, alle proprie incostanze, ma fiduciosamente si abbandonano in Dio. Sanno ricominciare sempre, anche dopo qualunque fallimento, perché confidano in Lui e non nelle proprie forze. Non tremano per il baratro dell’umana miseria, ma si inabissano totalmente nella infinita Misericordia di Dio. Non si scandalizzano per il quadro desolante della ingiustizia umana, ma si appellano al solo Giusto, al solo buono, al solo misericordioso.
I Santi sono le persone più libere, che non si lasciano condizionare dagli eventi, ma in tutto contemplano il sapiente progetto di Dio. Perseguono tenacemente la meta, con il cuore sempre fisso al Cielo e camminano fiduciosi in terra. Sanno ritrovare la “via di casa”: non si smarriscono lungo gli inquieti sentieri della storia, perché i loro passi seguono quelli del Maestro (cfr. 1Pt 2,21 ss), tracciando, a loro volta, un sentiero percorribile e indicando a noi la direzione di marcia. Non si lasciano sedurre dalle mode che passano, ma pongono tutta la loro vita e la loro speranza su ciò che è essenziale, su ciò che non muta.
I Santi attestano che, in fondo, per Grazia di Dio, non è difficile amare, patire, offrire con gioia, perdonare, evitare il male e operare sempre per il bene, accogliendo le tante ispirazioni che il Signore infonde nel cuore. Ci insegnano a far tesoro delle prove e del dolore, della morte stessa, non più considerata sciagura e catastrofe ineluttabile, ma consolante porta di accesso per l’eterna beatitudine.
«È importante avere anche dei compagni di viaggio nel cammino della nostra vita cristiana: penso al Direttore spirituale, al Confessore, a persone con cui si può condividere la propria esperienza di fede, ma penso anche alla Vergine Maria e ai Santi. Ognuno dovrebbe avere qualche Santo che gli sia familiare, per sentirlo vicino con la preghiera e l’intercessione, ma anche per imitarlo. Vorrei invitarvi a conoscere maggiormente i Santi, a iniziare da quello di cui portate il nome, leggendone la vita, gli scritti. Siate certi che diventeranno buone guide per amare ancora di più il Signore e validi aiuti per la vostra crescita umana e cristiana» (Benedetto XVI, Castel Gandolfo, 25 agosto 2010). Anche noi, guardando ai Santi, dovremmo dire ogni giorno: non vogliamo meno del Cielo! Non ci accontentiamo dei “surrogati”, che il mondo propone: siamo più ambiziosi. Non ci bastano né l’oro, né il denaro, né il successo né la “fama”: “tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura… (cfr. Fil 3,7ss).
Anche noi, come loro, non siamo fatti per arrenderci, per ritornare indietro, ripiegandoci fatalmente su noi stessi, ma piuttosto per “guardare oltre”, per raggiungere la meta del nostro desiderio. Talmente in alto volai, che raggiunsi la preda… Perché speranza di cielo ottiene quanto spera… ché tanto in alto arrivai, che raggiunsi la preda (San Giovanni della Croce).I Santi non hanno ceduto, hanno continuato a credere, contro ogni logica e contro ogni ostacolo. Da loro impariamo a salire, spesso faticosamente, l’erta della vita, sostenuti dalla Grazia e accompagnati da un popolo, come noi, peregrinante nella storia. Anche noivogliamo puntare in alto, “ad afferrare la preda”, a conquistare il Cuore di Dio. Non ci basta essere “bravi”: vogliamo diventare santi! La salvezza è calarsi in Cristo, pensare, amare e operare in Lui e per Lui.
I volti familiari, la strada di casa, il lavoro, le consuete mura domestiche nascondono, per tutti, un segreto, intessuto nella trama dei nostri giorni, così vicino a noi, ma spesso così distante, perché velato dalle nostre distrazioni e dalla quotidiana “fatica di vivere”. In realtà, la nostra vera cittadinanza è il Cielo, la nostra vera identità è quella di essere figli di Dio, la nostra familiarità è con i Santi (cfr. Ef 2,19-20).
Ripeteva, sul suo letto di dolore e di amore, la giovanissima beata Chiara Badano: «Non ho più niente, ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare». E, pensando ai suoi coetanei: «… I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, però vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi. I giovani hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene!».
Attingiamo alla sorgente di luce e di Grazia e raccogliamo il testimone, a noi trasmesso dai Santi. Il tempo della vita - unico e prezioso - ci è dato proprio per questo.

CHE COSA SIGNIFICA ESSERE SANTI?

Significa essere uniti, in Cristo, a Dio, perfetto e santo. «Siate dunque perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste» (Mt 5,48), ci ordina Gesù Cristo, Figlio di Dio. «Sì, ciò che Dio vuole è la vostra santificazione» (1 Ts 4,3).

PERCHE’ DIO VUOLE LA NOSTRA SANTITA’?

Perché Dio ci ha creati “a sua immagine e somiglianza” (Gen1,26), e dunque: “Siate santi, perché io sono santo” (Lv 11,44), ci dice Dio. La santità di Dio è il principio, la fonte di ogni santità. E per di più nel Battesimo, Egli ci fa partecipi della natura divina, adottandoci come figli suoi. E pertanto vuole che i suoi figli siano santi come è santo Lui.

SIAMO TUTTI CHIAMATI ALLA SANTITÁ CRISTIANA?

Ogni uomo è chiamato alla santità, che “è pienezza della vita cristiana e perfezione della carità, e si attua nell’unione intima con Cristo, e, in lui, con la Santissima Trinità. Il cammino di santificazione del cristiano, dopo essere passato attraverso la Croce, avrà il suo compimento nella Risurrezione finale dei giusti, nella quale Dio sarà tutto in tutte le cose” (COMPENDIO, n. 428).

COME E’ POSSIBILE DIVENTARE SANTI?

• Il cristiano è già santo, in virtù del Battesimo: la santità è inscindibilmente legata alla dignità battesimale di ogni cristiano. Nell’acqua del Battesimo infatti siamo stati “lavati […], santificati […], giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1Cor 6,11); siamo stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi.

• E proprio perché siamo santi sacramentalmente (ontologicamente - sul piano cioè del nostro essere cristiani), è necessario che diventiamo santi anche moralmente, e cioè nel nostro pensare, parlare e agire durante ogni giorno, ogni momento della nostra vita. Ci ammonisce l’Apostolo Paolo a vivere «come si conviene a santi» (Ef 5,3), a rivestirci «come si conviene a eletti di Dio, santi e prediletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza» (Col 3,12).

• Dobbiamo con l’aiuto di Dio, mantenere, manifestare e perfezionare con la nostra vita la santità che abbiamo ricevuto nel Battesimo: Diventa ciò che sei, ecco l’impegno di ciascuno.

• Questo impegno lo si può realizzare, imitando Gesù Cristo: via, verità e vita; modello, autore e perfezionatore di ogni santità. Lui è la via della santità. Siamo dunque sollecitati a seguire il Suo esempio e diventare conformi alla Sua immagine, in tutto obbedienti, come Lui, alla volontà del Padre; ad avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale «spogliò se stesso, prendendo la natura di un servo (…) facendosi obbediente fino alla morte» (Fil 2,7-8), e per noi «da ricco che era si fece povero» (2 Cor 8,9).

• L’imitazione di Cristo, e quindi il diventare santi, sono resi possibili dalla presenza in noi dello Spirito Santo, che è l’anima della multiforme santità della Chiesa e di ogni cristiano. E’ infatti lo Spirito Santo, che ci muove internamente ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze (cfr Mc 12,30), e ad amarci a vicenda come Cristo ci ha amato (cfr. Gv 13,34).

QUALI SONO I MEZZI PER LA NOSTRA SANTIFICAZIONE?

Il mezzo primo e più necessario è l’Amore, che Dio ha diffuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci fu dato (cfr. Rm 5,5) e con il quale amiamo Dio sopra ogni cosa e il prossimo per amore di Lui. Ma perché l’amore, “come buon seme, cresca e nidifichi, ogni fedele deve ascoltare volentieri la Parola di Dio e con l’aiuto della sua grazia compiere con le opere la sua volontà, partecipare frequentemente ai sacramenti, soprattutto all’Eucaristia, e alle azioni liturgiche; applicarsi costantemente alla preghiera, all’abnegazione di se stesso, all’attivo servizio dei fratelli e all’esercizio di tutte le virtù. La carità infatti, quale vincolo della perfezione e compimento della legge (cfr. Col 3,14; Rm 13,10), regola tutti i mezzi di santificazione, dà loro forma e li conduce al loro fine” (LG, 42). Ogni fedele è aiutato nel suo cammino di santità dalla grazia sacramentale, donata da Cristo e propria di ciascun Sacramento.

ESISTONO VARI MODI E FORME DI SANTITA’?

Certamente. Ognuno può e deve diventare santo secondo i propri doni e uffici, nelle condizioni, nei doveri o circostanze che sono quelle della propria vita. Le vie della santità sono pertanto molteplici, e adatte alla vocazione di ciascuno. Tanti cristiani, e tra loro molti laici, si sono santificati nelle condizioni più ordinarie della vita.

PERCHE’ LA CHIESA E’ SANTA?

• La Chiesa è santa, perché:
- Dio Santissimo è il suo autore
- in essa è presente Cristo, capo della Chiesa, il quale ha dato se stesso perVisualizza altro

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