Cinema: oltre la disabilità

Nov 13th, 2013 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Fin dalla sua nascita, nel 1895, grazie ai fratelli August e Luis Lumière, il cinema si è rivelato – come l’ha poi definito il filosofo Henri Bergson nel 1907 – la macchina delle meraviglie, una nuova forma d’arte summa e superamento di tutte le precedenti, in grado di viaggiare al di là delle barriere linguistiche e di essere compresa da chiunque, grazie all’universalità delle immagini.

Il primo vero film, Le Voyage Dans La Lune, di Georges Méliès, una pellicola surreale muta i cui protagonisti giungono sulla luna a bordo di una navicella spaziale per poi esplorare gli abissi dell’oceano terrestre, racconta una storia esclusivamente attraverso le immagini che è puro divertimento.

Prima della fine degli anni ’20, infatti, l’unico elemento sonoro di un film erano le musiche, spesso suonate durante le riprese da una piccola orchestra fuori campo e riprodotte durante la proiezione della pellicola in sala, e i dialoghi tra i personaggi o la voce del narratore erano illustrati da intertitoli, frasi in bianco su sfondo nero inserite tra un’inquadratura e l’altra. Con l’avvento del sonoro nel 1927 avviene una vera e propria rivoluzione perché ora i personaggi hanno una voce, cantano, raccontano una storia attraverso le parole, che ora vengono recitate.

Il cinema, per quanto rappresenti una forma di Esperanto universale, pone però dei limiti alla propria fruibilità. Non tutti possono goderne allo stesso modo: si pensi a coloro che sono portatori di una disabilità dell’udito o della vista. Per queste ragioni, nel corso degli anni, si sono evolute specifiche tecniche di traduzione audiovisiva in grado di porre le persone con disabilità in condizione di godere di un prodotto filmico appieno, proprio come le persone normo-udenti o normo-vedenti. Nello specifico, si tratta della sottotitolazione intra-linguistica per non udenti e la descrizione audiovisiva.

I sottotitoli per non udenti consistono in una trascrizione semplificata del dialogo originale attraverso cui l’utente può accedere a informazioni inerenti a elementi sonori che sostituiscono o completano il sistema scritto e visivo. Esiste uno specifico codice di colori, font e simboli e un metalinguaggio fonologico che riproduce verbalmente le componenti sonore non verbali del testo filmico. Inoltre la durata del sottotitolo è più estesa rispetto a quella del dialogo originale per facilitare la lettura.

I non vedenti possono invece avvalersi di un’altra tecnica, la descrizione audiovisiva, che prevede che una voce fuori campo faccia una descrizione vivida, chiara e succinta di cosa avviene sullo schermo, attraverso delle informazioni fornite tra le pause dei dialoghi. È importante che le informazioni non siano ridondanti ma neanche povere di dettagli. La qualità della ricezione del messaggio varia a seconda che l’utente sia non vedente dalla nascita, dunque del tutto privo di memoria visiva, o che abbia perso la vista successivamente e conservi ancora qualche maggiore o minore grado di memoria.

I festival cinematografici in Italia e in Europa dedicano particolare attenzione ai limiti che il godimento di un film può presentare ma perché non poter andare al cinema, magari con la propria famiglia, tutte le settimane, come fanno tutti?

A tal proposito, dal 2005 per la prima volta in Italia, AIACE in collaborazione con la Provincia di Milano ha dato vita all’iniziativa “Cinema senza barriere” che permette alle persone diversamente abili di andare al cinema godendo delle tecniche audiovisive della sottotitolazione e della descrizione audiovisiva: sullo schermo appaiono sottotitoli contenenti i dialoghi e alcune indicazioni aggiuntive sui rumori, la musica, la provenienza della frase, mentre i non vedenti possono ascoltare in cuffia il commento audio sulle azioni, gli stati d’animo, situazioni e paesaggi.

Tutto ciò non interferisce in alcun modo con la fruizione del film da parte delle persone abili che possono condividere con i propri cari disabili l’esperienza di andare al cinema.

Dato il grande successo dell’iniziativa, essa è stata allargata da Milano ad altre città come Roma e Bari, attente ai bisogni della popolazione diversamente abile e alla necessaria integrazione tra le persone, per annullare l’isolamento del disabile rispetto ad attività sociali così normali come la “visione” di un film.

 

Rosa Turco

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