Il Giallo di Garlasco all’Università. Nel processo simulato gli studenti campani assolvono Alberto Stasi per “insufficienza di prove”

Feb 25th, 2015 | Di cc | Categoria: Scuola e Giovani

Un verdetto (quasi unanime) di assoluzione per Alberto Stasi. È questo il risultato sorprendente del processo simulato dedicato al giallo di Garlasco, ideato e organizzato dall’Università Suor Orsola Benincasa, nell’ambito dell’iniziativa dei Grandi Processi”, un ciclo di incontri di orientamento alla scelta universitaria rivolto agli studenti delle scuole secondarie superiori della Campania, nato con l’obiettivo di spiegare ai giovani maturandi il funzionamento di una Facoltà di Giurisprudenza attraverso la ricostruzione dei grandi processi dell’attualità.

 

Dopo l’appassionante sfida tra la requisitoria di Gianluca Gentile, docente di diritto penale al Suor Orsola, nelle vesti di pubblico ministero del processo e l’arringa dell’avvocato penalista Alfonso Trapuzzano, nelle vesti di avvocato difensore di Alberto Stasi, che hanno riesaminato tutti gli elementi probatori del processo, evidenziando da un lato le certezze dell’impianto accusatorio, costruito dalla pubblica accusa con il contributo significativo della parte civile, e dall’altro i dubbi sull’interpretazione di molte prove, è arrivato il verdetto della giuria di studenti presieduta dal magistrato Gaetano Carlizzi.

 

Una camera di consiglio neanche troppo lunga, viste le idee chiare degli studenti, che hanno sottolineato “l’assenza di un impianto probatorio certo ed univoco” e “la mancanza del requisito dell’accertamento della colpevolezza dell’imputato oltre ogni ragionevole dubbio”, che hanno poi condotto al verdetto di assoluzione motivata da quella che una volta il codice definiva “l’insufficienza di prove”.

 

Insomma un’altra sentenza (seppur frutto di un processo simulato) ribaltata che conferma come “Il giallo di Garlasco”, sia uno dei casi giudiziari che più ha fatto e fa discutere l’opinione pubblica degli ultimi anni. Un caso giudiziario di grande interesse, anche da un punto di vista scientifico ed accademico, proprio perché l’ultima sentenza della Corte di Appello di Milano, che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni di reclusione per l’omicidio dell’ex fidanzata Chiara Poggi, ha completamente ribaltato i verdetti assolutori di ben due gradi di giudizio.

 

“Il sistema didattico della simulazione processuale - ha spiegato Gianluca Gentile, coordinatore scientifico dell’incontro - è molto utile per fornire agli studenti interessanti spunti di riflessione sul funzionamento del processo penale, soprattutto sugli aspetti che destano nell’opinione pubblica maggiore perplessità: è normale che, nel corso dello stesso processo, un imputato sia prima assolto, e poi condannato? In base a quali elementi i giudici assumono le loro decisioni? Che importanza si attribuisce al dolore delle vittime e dei loro familiari? E qual è il ruolo delle forze dell’ordine, dei periti, della difesa? L’attenzione dei media influenza lo svolgimento di un processo penale?. Domande alle quali una Facoltà di Giurisprudenza insegna a rispondere in base all’applicazione rigorosa delle norme e non in base a convincimenti personali ed emotivi, dimostrando anche che questi due diversi approcci non sempre conducono alle medesime risposte”.

 

Il processo simulato sul Caso Stasi ha chiuso la terza giornata dell’Open Weeek, la settimana di orientamento “porte aperte” che l’Università Suor Orsola Benincasa ha organizzato per guidare gli studenti delle scuole secondarie superiori ad una scelta più consapevole del corso di studio universitario attraverso una serie di prove, lezioni e simulazioni  di “vita universitaria”, che si svolgeranno tutti i giorni fino a venerdì 27 Febbraio (programma completo su www.unisob.na.it/eventi).

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