La fine degli shoppers

Ott 28th, 2009 | Di cc | Categoria: Ambiente

La messa al bando delle buste di plastica è slittata al 2011, ma molte catene commerciali le stanno già sostituendo con altre in biomateriali, che consentono di risparmiare sulle importazioni di petrolio

L’atto di morte era contenuto nella Finanziaria 2007 che disponeva, dal 1° gennaio 2010, il divieto di commercializzare shoppers non biodegradabili. Un divieto salutato con favore perché metteva al bando una produzione “usa e getta” che aumentava il carico dei rifiuti da smaltire e che si era rivelata tristemente famosa soprattutto per il nocivo impatto sull’ambiente marino.

Questa morte annunciata si rivelava saggia anche ai fini del contenimento delle emissioni di gas serra, dal momento che la materia prima della plastica è il petrolio. Azzerando le 300.000 tonnellate di buste di plastica utilizzate ogni anno nel nostro Paese, si avrebbe avuto un risparmio di 430.000 tonnellate annue di petrolio e minori emissioni di CO2 in atmosfera per 200.000 tonnellate.

Con questa decisione, infine, l’Italia si sarebbe allineata a quei Paesi, come Francia e Irlanda, che sono all’avanguardia in Europa nella lotta agli shoppers di plastica ed in prima fila per la loro sostituzione con prodotti rispondenti ai criteri previsti dalla norma UNI EN 13432 che ha fissato i requisiti per gli imballaggi recuperabili mediante compostaggio o biodegradazione.

Enel.it

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