IL SENTIERO VERDE DEL CAI NAPOLI E L’IMPIANTO GEOTERMICO “FORIO”

Set 15th, 2015 | Di cc | Categoria: Ambiente

Il CAI (Club Alpino Italiano) Napoli e la sottosezione di Ischia e Procida, in collaborazione con le associazioni locali e i volontari isolani, lavorano nel recupero della rete sentieristica , fatta di sentieri che oltre ad essere raccoglitori della storia dei luoghi promuovendo la divulgazione delle conoscenze geologiche, biologiche, antropologiche e delle risorse geoambientali dell’isola. Queste azioni di recupero, pulizia e promozione di dei percorsi di scoperta del paesaggio ischitano hanno promosso il turismo ambientale in ambito internazionale al fine di creare un’offerta turistica integrativa di quella balneare e termale.

Questa estate il CAI ha presentato delle Osservazioni ai sensi del D.Lgs.152/2006  al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in merito al progetto “Permesso di ricerca per risorse geotermiche finalizzato alla sperimentazione di impianti pilota denominato ‘FORIO’ sito di Serrara Fontana – Isola d’Ischia”.

Dalla documentazione di tale progetto si evince che la realizzazione dell’impianto geotermico è previsto lungo il sentiero che conduce ai geositi areali Falanga e Monte Epomeo. E proprio lungo Via Falanga c’è l’itinerario tra i più importanti dell’isola: il sentiero CAI 501, definito “il sentiero del TUFO VERDE”. Infatti, l’isola di Ischia è conosciuta come “il polmone verde di Napoli” dove tale appellativo è dovuto non alla vegetazione, come molti credono, ma alla particolare roccia, unica al mondo, che costituisce l’ossatura centrale dell’isola, cioè il tufo verde!

Al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sono arrivate anche le note da parte di esperti e in particolare della Prof.ssa Tiziana Vanorio, professore di geofisica e direttore del Laboratorio di Fisica delle Rocce alla Stanford University in California, per esporre i rischi derivanti da un’operazione di trivellazione sull’isola di Ischia. Operazione difficile a causa della complessità del sistema vulcanico ischitano e dell’eterogeneità delle sue rocce vulcaniche. Si pone l’attenzione sulla necessità di valutare la sismicità indotta dalla reiniezione di fluidi in aree interessate da faglie attive e sulla necessità di valutare sia i costi, in termini di rischi, che un siffatto progetto potrebbe arrecare alla comunità locale, sia gli eventuali benefici che potrebbe apportare.

Il tentativo di trovare nel sottosuolo ischitano formazione di roccia contenenti fluidi ad alta temperatura da utilizzare per la produzione di energia elettrica è stato un tema già affrontato nella storia del sistema vulcanico-idrotermale di Ischia e l’esplorazione geotermica nel Sud Italia è stata effettuata in Campania, nei Campi Flegrei ed Ischia, ed in Sicilia, nelle isole di Vulcano e Pantelleria. Tuttavia, le caratteristiche sfavorevoli delle potenziali rocce serbatoio e le problematiche di tipo ambientale e logistico hanno precluso lo sviluppo geotermico in queste aree.

Questo progetto, che è al vaglio della Commissione VIA Nazionale, genera un notevole impatto sul territorio con ripercussioni di notevoli proporzioni sull’intera isola, in relazione alla totale assenza di piani di risposta al rischio sismico o di altra natura, per gli effetti diretti ed indiretti derivanti da istallazioni complesse in diretta dipendenza di strutture vulcaniche attive. Inoltre, vi è l’assenza di sostenibilità del progetto in relazione al rapporto costo/benefici verso il territorio e verso i cittadini che si ritroverebbero a subirne i dannosi effetti.

Ecco cosa racchiude il progetto “FORIO”: incertezza scientifica; rischio sismico diretto o indiretto da reinezione dei fluidi; mancanza/inadeguatezza dei piani Comunali di protezione civile; rischio frane; rischio per il patrimonio idrotermale; rischio per la salute; rischio ambientale e paesaggistico e violazione del Principio di Precauzione.

Confidiamo nella tutela del bellissimo‘sentiero verde’ di Ischia.

 

 

Anna Beneduce

 

 

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