“30 ANNI PERSI? LA PREVENZIONE DELLA DEVIANZA GIOVANILE IN CAMPANIA A 30 ANNI DALLA LEGGE EDUARDO: RISULTATI E PROSPETTIVE”

Ott 30th, 2015 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli

Essere un uomo di teatro per Eduardo De Filippo ha significato essere soprattutto un uomo d’amore. Il suo impegno verso l’arte, ma a ben guardare verso l’umanità, si è espresso per la prima volta a soli quattro anni quando calcò il legno di un palcoscenico nella compagnia paterna.

Ma lo zelo eduardiano non si è esaurito nella sfera artistica. Per ricordare e rendere ancor oggi fattivo e concreto il suo impegno profuso in ambito politico, civile e sociale la Fondazione Eduardo De Filippo, presieduta dal “figlio d’arte” Luca De Filippo, in collaborazione con il Ministero della Giustizia - Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, realizza nei giorni 30 e 31 Ottobre 2015 presso il Maschio Angioino di Napoli il convegno internazionale “30 anni persi? La prevenzione della devianza giovanile in Campania a 30 anni dalla Legge Eduardo: risultati e prospettive”.

Scopo del convegno è quello di porre a confronto collegialmente personalità politiche ed esperti da tutto il mondo, ognuno nel proprio ambito di competenza, affinché si realizzi un’azione concreta intesa come ricerca di strumenti pratici per aiutare a osteggiare la pericolosa deriva del fenomeno delinquenziale minorile.

Eduardo nel 1981, per aver illustrato la patria con altissimi meriti in campo artistico e culturale, fu nominato senatore a vita dal Presidente Sandro Pertini . Uno degli obiettivi principali della sua esperienza politica fu il miglioramento delle condizioni dei minori reclusi all’interno degli istituti di pena e la richiesta di un’attuazione di una strategia affinché la domanda su cosa avessero fatto questi ultimi all’indomani del loro reinserimento nella società non risuonasse con una risposta incerta.

Celebre la sua interpellanza al Senato del 23 Marzo 1982 foriera, qualche anno dopo, della cosiddetta “Legge Eduardo”, ovvero la Legge Regionale 41/87 di cui fu ispiratore e veemente sollecitatore. La norma nasce per favorire gli “interventi a sostegno della condizione giovanile in Campania”. La legge riguarda i ragazzi a rischio di emarginazione sociale e di devianza di età compresa tra i 15 ed i 20 anni. Le sue finalità sono la promozione formativa, la crescita della persona e l’inserimento sociale. A questo scopo  si renderebbe necessaria la realizzazione di “Villaggi giovanili”, “Villaggi dell’artigianato”, creazione di botteghe e laboratori artigiani, il recupero e lo sviluppo delle arti e dei mestieri di tradizione popolare della Campania, il supporto a iniziative culturali, ricreative, sportive, la creazione di un sistema di socialità.

Occasione di riflessione per il grande drammaturgo fu la visita ai giovanissimi del carcere minorile di Nisida. Disse, durante un confronto con i ragazzi dell’istituto Filangieri nel quale il Senatore li invitò ad affidarsi alle proprie forze accettando anche lavori umili e piccoli, poiché anche questi ultimi sono capaci di offrire soddisfazione : ”Guardate me, alla vostra età mi trovavo quasi nella vostra situazione, eppure adesso sono senatore” .

L’intervento al Senato del 23 Marzo 1982 si chiuse con questa proposta: “Assegnare al Filangieri uno spazio in una località ridente su cui costruire un villaggio con abitazioni e botteghe dove i giovani, già avviati a mestieri e all’artigianato antico, possano abitare e lavorare (… ) recuperando la speranza e la fiducia di una vita nuova che restituisca loro quella dignità cui hanno diritto”.

Trascorsi 33 anni ad oggi non solo l’istituto Filangieri è stato da poco riacquisito dal Comune di Napoli, il villaggio non c’è e inoltre la stessa legge n. 41 del 1987 dall’anno 2006 non è più destinataria di finanziamenti per mancanza di fondi. Per queste ragioni  il regista e attore Luca De Filippo sostiene che gli incontri debbano focalizzarsi su come rileggere oggi la proposta paterna per affrontare secondo le esigenze attuali il triste nodo di devianza minorile e di disagio sociale: “Istituire Borse di studio e Borse Lavoro per gli adolescenti a rischio, ma anche aprire con queste finalità strutture pubbliche, come ad esempio l’ex istituto Filangieri con un progetto finanziato da fondi europei. Il sogno di Eduardo potrebbe prendere corpo proprio là, in questo luogo”.

Secondo il vicesindaco Raffaele Del Giudice, l’attualità dell’esigenza eduardiana è indiscutibile e richiederebbe un piano nazionale di intervento economico non ascrivibile ad un mero capitolo di bilancio o di contabilità, perché di prezzo enorme il valore della prevenzione che deve essere prioritario e trasparente. Sottolinea, inoltre, l’importanza delle parole in quanto esse generano atteggiamenti per cui bisognerebbe insegnare un senso di comunità che faccia prendere per mano e non quello di competizione (“devi diventare il più bravo”). Riferendosi poi ai Social Network, suggerisce di non lasciarsi catturare dalla repentinità dei rapporti: “richiedere l’amicizia”, questo vincolo non si richiede, si costruisce perché il prossimo si coltiva aderendo così al modello dell’Enciclica del Santo Padre in cui invita a “prendersi cura di tutto ciò che esiste”.

Sebastiano Maffettone, consigliere per la Cultura, sostiene la necessità di evitare, attraverso l’impegno del lavoro, le due estreme conseguenze negative in Campania: da un lato la fuga, dall’altro il delinquere.

Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e Adolescenza, sottolinea la necessità dell’identità per evitare il flusso verso la malavita. Infatti la Camorra non offrirebbe ai giovani a rischio soltanto lavoro, ma anche l’idea di coesione data dall’identità di gruppo. Diviene necessario sfuggire non solo alla povertà materiale, ma anche a quella culturale. Dichiara problematica la realtà attuale in cui l’ “I have a dream” di Martin Luther King nei giovani di oggi confonde il sogno con i diritti: essi sognano un lavoro, delle risorse, una famiglia.

Invece il Cadinale Crescenzio Sepe si focalizza su come l’intuizione di Eduardo del “villaggio giovanile” venga messa in atto da diverse parrocchie dell’Arcidiocesi in cui si insegnano canto, musica, recitazione, calcio e molto altro. Ma sostiene la necessità dell’“ultimo anello”: una volta apprese le abilità è fondamentale che esse trovino espressione concreta nella società ed è qui  che lo Stato deve intervenire.

Pronunciò Eduardo nel 1982: “Sono convinto che se si opera con energia, amore e fiducia in questi ragazzi molto si può ottenere da loro”.

“Che oggi sia un impegno concreto” ribadisce Luca De Filippo.

Laura Fedele

 

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