Betti Pedrazzi partecipa a Stasera c’è spettacolo? To Play!

Gen 18th, 2016 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Un nuovo contributo al progetto Stasera c’è spettacolo? To Play! lo concede con entusiasmo Elisabetta Pedrazzi, intensa interprete di tanti spettacoli con Toni Servillo. L’intervento video segue la prestigiosa partecipazione di Erri De Luca che ha regalato dei momenti di lettura di Eduardo de Filippo al progetto-spettacolo nato da un’idea di Donatella Furino e Emma Campili. Elisabetta Pedrazzi si è abilmente destreggiata in un testo frutto della fusione drammaturgica tra l’Odissea, nello specifico, il discorso tra Penelope e la balia per il ritorno di Ulisse e Leopold e Molly Bloom di un altro Ulisse, quello di Joyce. Seguiranno altri due contributi video letture della bravissima interprete, il dialogo tra Ulisse e Penelope e il monologo di Molly Bloom. Il lavoro di cucitura e contaminazione è sempre opera delle due ideatrici del progetto suddiviso in momenti su web e a teatro che portano in scena il teatro stesso, così che l’attore divenga il testo stesso e gli infiniti modi possibili costituiscano la drammaturgia. Ogni testo, anzi scena su cui si lavora, diventa espediente per svelare al pubblico tutti i principi alla base dell’atto teatrale: dall’improvvisazione ai tempi, dalla tecnica dell’attore professionista al talento grezzo e così via. La Pedrazzi, con Joyce apre un lavoro su Beckett, Aspettando Godot in sei scene fatte da: Peppino Mazzotta e Vincenzo Ferrera, Giuditta Perriera e Antonio Alveario, Fabio Brescia e Daniela Cenciotti, Cinzia Musella, Nino Orfeo e Gennaro Falconetti, Massimiliano Poli e Daria Panettieri.

Il progetto ha già fatto varie tappe nella penisola Napoli, Roma, Palermo, in Toscana, avvalendosi della collaborazione di diversi autori e attori provenienti da ambiti differenti. Le due autrici continuano ad andare su e giù per l’Italia a rinsaldare collaborazioni, a dirigere, a filmare e condividere per mettere in scena ciò che porta alla volontà e necessità di creazione, rinunciando all’opera come prodotto finale, nel tentativo di restituire al pubblico non l’atto finale di un pensiero ma gli strumenti per pensare e creare in un dato modo. Ridonare l’arte agli attori, attraverso un pretesto teatrale, senza la necessità di scrivere una nuova drammaturgia che espliciti questo pensiero.Utilizzando il pretesto della drammaturgia teatrale, giocano con l’attore che diventa egli stesso drammaturgia, entrando e uscendo dal testo.

Gaetano Iaia

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