Morti due connazionali in Libia. E l’Italia dov’è?

Mar 8th, 2016 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

 

Dopo l’arresto a dire di molti illegittimo dei nostri Marò in India, la Repubblica Italiana, lo scorso luglio, subisce un nuovo colpo questa volta da parte della Libia, dove un convoglio armato, presumibilmente riconducibile all’isis, rapisce quattro italiani dipendenti della società di costruzioni Bonatti nella zona di Mellitah, a 60 km da Tripoli.
Dei quattro italiani - Gino Pollicardo, Filippo Calcagno, Salvatore Failla e Fausto Piano – gli ultimi due sono stati successivamente ritrovati morti, uccisi in un conflitto. I corpi dei nostri connazionali, Salvatore, 47enne di Siracusa e Fausto, 60enne della provincia di Cagliari, sono stati recentemente ritrovati con delle armi tra le mani, si pensa, nel estremo tentativo di difendersi.
Secondo un testimone libico, rientrato a Tunisi da Sabrata, invece, i due ostaggi italiani sarebbero stati usati come scudi umani dagli jihadisti dell’Isis, e sarebbero morti negli scontri con le milizie avversarie che nell’assalto li avrebbero scambiato per jihadisti.
Non è ancora chiaro cosa sia successo, ma questa è la versione più plausibile, poiché in un assalto sarebbero morti almeno sette presunti jihadisti, la maggior parte di nazionalità tunisina.
Gli altri due colleghi, Gino e Filippo, che sono sempre stati ritenuti vivi ma ancora nelle mani dei sequestratori, sono rientrati negli scorsi giorni in Italia dopo 8 mesi di sequestro.
Ad attenderli all’aeroporto di Ciampino, insieme ai famigliari, c’era il ministro Gentiloni ed i Carabinieri del Ros che hanno scortato i due tecnici in caserma per assumere informazioni riguardo le modalità del sequestro.
Dalle dichiarazioni rilasciate al pm, Pollicardo e Calgano sostengono di essersi liberati da soli, approfittando della distrazione dei sequestratori che, dopo avere prelevato i due colleghi poi rimasti uccisi, li avevano lasciati da soli; inoltre, stando al racconto dei due ex ostaggi, i sequestratori non sono riconducibili direttamente all’isis, ma ad un altro gruppo di criminali islamisti.
Una recente intervista telefonica tra Marcello Matraxia, responsabile del cantiere della Bonatti a Wafa e un’importante testata nazionale, ha mostrato la sfiducia degli impiegati italiani nei confronti dello Stato: “Noi restiamo qui, non abbiamo Paura. La nostra azienda ci protegge più dello Stato”.

 

Francesco Gugliara

 

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