Federazione Confsal Unsa

Mar 29th, 2016 | Di cc | Categoria: Sindacato

Pubblichiamo la lettera ricevuta dalla Federazione Confsal Unsa

  Amici,

come è a voi da tempo noto queste mie “ Cronache” non sono un bollettino di contenuto meramente sindacale – e di fatto il sindacalese non vi trova spazio – ma piuttosto un momento di riflessione posto all’attenzione di una comunità di Statali, ma in particolare dei Giudiziari, che si riconoscono nella sigla sindacale UNSA, condividendone i principi di libertà ed autonomia. E’ anche un modo per guardare con gli occhi del cuore, che non sono sempre quelli della ragione,persone, fatti, avvenimenti. E’ in quest’ottica, ad esempio, che le “ Cronache” vi giungono dopo Pasqua. Non ho inteso partecipare,infatti, alla  liturgia della parola,delle colombe e degli ulivi, di un buonismo esasperante di giornata, che purga i suoi molti peccati con un cent al questuante di turno rumeno. Ben altre parole vorremmo, ben altre opere spereremmo, mentre  sempre più Cristiani pagano un tributo di morte al loro credere e  l’Occidente sembra  avviato ad accelerare quel processo di decadimento che Scruton prefigurava un mezzo secolo addietro e dal quale di sicuro non ci salveranno né lumini, né marce, né l’essere ieri francese, oggi belga e magari…chissà domani. E c’è da domandarsi perché mai quella Costituzione, in difesa della quale scendevano fino ad ieri in piazza giuristi e pensatori, suoi adoratori impenitenti et similia non valga per chi professa la fede mussulmana,  esentato dal dovere dell’ubbidienza alle leggi come noi. E comunque ho detto “benvenuta!”alla Pasqua, della quale la più gran parte di noi ha perso la memoria di un Venerdì Santo che ribalta il destino, tra cadute, chiodi e tradimenti e poi ci porta ad una nuova aurora, ma che ha avuto comunque, pur vissuta in maniera edonistica, il merito di farci riunire attorno ad un tavolo e credenti o no a dire “ Ti voglio bene” che poi significa, come intuì Gabriel Marcel, promettere, secondo il significato più profondo dell’amore,” Tu non morirai”.

Di altro, molto altro dovremo dire. Il presente è già futuro e credo che sia dovere nostro, di sindacalisti e soprattutto di genitori, il  mettere al centro del villaggio  globale il  problema del Lavoro, merce che nessun mercato pone in vendita tra i suoi banchi e che solo  maghi Zurlì come l’attuale premier pensano di poter estrarre dal loro cilindro magico. Di questo mi capita raramente sentir parlare e vedo negozi chiudere, capannoni vuoti, concittadini in miseria o prossimi alla miseria. E su questo è calato non da oggi il silenzio assordante di CGIL – CISL – UIL . Perché mai correre dietro ad una tessera dalla modesta capacità contributiva  quando un grasso e grosso pacchetto di euro con molta facilità e minimo dispendio  e di energie  e di  problemi epatobiliari si può con estrema serenità e svolgendo una facile funzione sociale, che acquista merito presso il Dio degli interessi e credibilità presso Banche, Ministeri e Governo ( manovratore non disturbato, manovratore fortunato), iscrivendo pensionati, aprendo CAAF e Patronati, occupandosi di immigrati, divenuti per tanti la manna del ventunesimo secolo?

Dico questo perché neppure un flebile conato è emerso, ad esempio, dalla pance molli di costoro a livello locale e nazionale dopo la manifestazione romana dell’anno passato. La parola contratto, dopo tentativo di appropriazione indebita da loro operata di una sentenza della Corte Costituzionale su ricorso dell’UNSA ( ricordatelo sempre), è scomparsa dal vocabolario dei triplicisti, nessun contrasto  alle  campagne massmediatiche sui pantaloncini corti, sulle quali il modesto  napoleone fiorentino ha vomitato il peso, in ragione di una modestissima cultura giuridica, della sanzione inflitta in 48 ore, mentre salva i boss della Banca dell’Etruria e pregiudicati di gravi reati scorazzano impuniti per l’Italia ed ad altri ipotetici autori di oltre 120 reati si assicura di fatto la clemenza ope legis. E sempre noi e solo noi dell’UNSA ci siamo spesi nell’azione di contrasto di un romanzo noir costruito ad arte.

Siamo stati sempre noi dell’UNSA a mettere nell’angolo ancora una volta il Governo: le sentenze di Parma e Reggio che il Fronte del Polisario, dopo aver distribuito cioccolatini elettorali, fa passare come genericamente vinte dal Sindacato, sono state  pronunciate su un’azione di questo Sindacato e non di altri. E le abbiam in piedi in oltre altre sessanta città,affinchè si realizzi il miracolo del sordo che riacquisti l’udito.

  Altri ricorsi,intanto, vengono proposti da Capo Spartivento a Bardonecchia. Noi dell’UNSA vi spieghiamo il nostro “ No” sul nostro sito, perché siamo usi proporre solo quelli che si possono vincere, fedeli a tre parole che hanno segnato una storia di 66 anni: serietà,onestà,coerenza. Ed a Napoli consigliamo di non aderire a qualche altra proposta  formulata da avvocati del Circondario. Sia ben chiaro è un consiglio, questo…poi a ciascuno è riconosciuto il diritto al libero arbitrio.

Siamo stati sempre noi dell’UNSA e non altri a convenire in giudizio per il settembre di quest’anno il Ministro della Giustizia per dare attuazione alla previsione ormai vecchia di ben sei anni del passaggio d’area di 270 commessi. Penso a quanti di loro sono andati in pensione senza ricevere quanto una legge aveva previsto.

E che dire dell’attesa, ormai di tre anni, di quella misera elargizione premiale del FUA? I giorni seguono ai giorni, i mesi ai mesi,addirittura gli anni agli anni. Siamo in ogni cosa sempre a coniugare la perifrastica attiva del “ siamo sul punto di…”, nel caso de quo della circolare,ma mai nulla si avvera nel beneficio, mentre altre e più gravi ombre si addensano su un Personale ( non lo dice l’UNSA, ma la realtà dei numeri) nel quale una unità su 3 l’anno venturo avrà compiuto i sessanta anni. Sempre più insistente,poi, l’ipotesi di accorpamenti di Corti di Appello o di quello che rimarrà dei Tribunali per i Minorenni, a breve declassati a sezioni di Tribunale.

Ed alle carenze strutturali di un Tribunale quale quello di Napoli Nord, che forse per una sorte di inconscio complesso non si è ritenuto come avviene da sempre  di non chiamarlo neppure con il nome della città ove ha sede,  si intenderebbe  rispondere con applicazioni da Benevento ed Avellino. La sola ipotesi ci fa orrore e fortemente speriamo che altre Sigle Sindacali non si diano al gioco delle tre tavolette. In Italia c’è sempre qualcuno che ci mette la faccia ma non ci rimette mai le penne. A rimettercerla è sempre il Popolo e nel caso in ispecie il Lavoratore. Vorrei sapere chi ha avuto l’ardire di generare ( magari ben pagato per quella progettualità)  una pianta organica, densa di funzionari giudiziari, ma non ad esempio di assistenti. E’ possibile che il traslocare sia divenuta una costante in quella sede giudiziaria? è possibile che vita natural durante si sarà astretti in una struttura il cui progetto architettonico aveva ben altre finalità?

Mentre  in tante occasioni alle nostre argomentazioni ci si oppone la lettura e l’applicazione del dettato legislativo, quante volte è stato dato sentirlo in riunioni-fiume,come di recente a S.MariaC.V., archiviati da tempo buon senso e logica,  pongo la domanda se qualcuno ritiene che impegni presi per iscritto e mai disdettati ( vedi CAS Procura Napoli)  debbano essere rispettati  oppure no e se anche la parola “ Sicurezza”, e parlo e  fisica e mentale, sia stata posta in un canto. E’ tollerabile,ad esempio, la condizione nella quale versano i cosiddetti archivi ( tali non sono) di Avellino, inverecondi , sospesi tra guano e  melma? Buon per tutti che anche lì come altrove una intelligente e combattiva generazione di sindacalisti, da me testata in una recente assemblea, sta muovendo i primi passi di un percorso, che consentirà di non disperdere quel patrimonio di passione operosa , costruito da Sabino Orlando ed  al quale entrambi teniamo come  ad un tesoretto ideale.

In tale contesto, come avevo promesso, anche in ragione della prossima riduzione  della contrattazione collettiva a soli quattro comparti ( noi parteciperemo di quello dei ministeriali ascendente a circa 300.000 unità ed a lume di ragione e logica  qualche vantaggio economico ne dovrebbe derivare per i giudiziari) ho provveduto ( altre ne seguiranno) in qualità  di Segretario del Coordinamento Giustizia Comprensorio Napoli - Caserta alle nomine dei segretari dei Poli giudiziari di seguito indicati:

 Dr.a Vincenza Orefice - Polo  Giudiziario “ Colli Aminei”

Dr.a Irma Sperlongano -  Polo  Giudiziario “ Aversa: città normanna”

Sig. Sossio Crispino – Polo Giudiziario “ Magistratura Inquirente Napoli”

Dr.a  Maria Rosaria Avallone – Polo Giudiziario “  NEP Corte Appello Na”.

Tali nomine sono state ratificate dal segretario nazionale Battaglia.

Concludo qui. Ritengo infatti di aver  fin troppo  chiesto alla vostra attenzione e vi rinvio alla prossima in uno ad un invito forte: non permettete mai che lo spirito di solidarietà e di colleganza non trovi un posto nei nostri cuori.  Solo così potremo avere la certezza che i nostri diritti spesso conculcati,adempiuti ai nostri doveri, trovino ascolto e cittadinanza.

Napoli,29 marzo 2015                                mario de rosa

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