La pazza gioia di aver vinto Il David: Il discorso capolavoro di Valeria Bruni Tedeschi

Mar 25th, 2017 | Di cc | Categoria: Spazio ai Ragazzi

David di Donatello 2017, ti aspetti di tutto dopo la proclamazione dei vincitori, lacrime, gioia, visi sorridenti o per ricordare un altro premio importante l’Oscar, i salti di gioia tra le poltrone rosse di Roberto Benigni che corre verso Sofia Loren.

Questa volta però abbiamo assistito ad un capolavoro di emozioni e sentimenti umani senza precedenti, Valeria Bruni Tedeschi sul palco insieme alla co-protagonista Micaela Ramazzotti, insieme nel film “La pazza gioia” che ha trionfato ai David di Donatello ha provato tra lacrime e risate a trasmetterci le sue emozioni. Per farlo non ha esitato a raccontarci tutta la sua storia di donna e lo ha fatto senza paura mettendosi “a nudo”. Ha messo a nudo la sua anima parlando della psicoanalisi, ha evidenziato gioia e delusioni parlando dei suoi uomini e dell’amore, ha parlato di amicizia,” l’amica della focaccia” e di tutte quelle amiche che le sono state vicine.

Le due protagoniste sono davvero brave e sono le perfette interpreti di un film intimista vissuto a mille all’ora e che strizza l’occhio a Thelma e Louise.

La vittoria del cinema italiano, la vittoria della nostra terra Italia e di un suo pezzo, quella Toscana tanto amata da Virzì che proprio in questa terra ha realizzato forse i suoi film migliori.

La pazza gioia è semplicemente uno splendido film, con momenti di grande cinema e vera poesia.
La catarsi finale di Donatella nell’acqua con il figlio è una metafora potente e commovente del mistero della maternità. L’acqua come il liquido amniotico che custodisce la vita, l’acqua elemento primigenio che alla fine riunisce e rigenera quello che un momento di debolezza aveva diviso.    

Valeria Bruni Tedeschi nella parte della milionaria decaduta, ossessiva, sexy e completamente fuori di testa, novella Valentina Cortese, è impeccabile. Micaela Ramazzotti è ugualmente efficace, completamente diversa nel carattere, nel fisico, nella recitazione, nel personaggio e nella patologia. Le due non si somigliano mai e si fanno sempre luce a vicenda: non è un risultato alla portata di molti.

 Un film che tratta un argomento complicatissimo nel nostro paese,quello della malattia mentale dove tanto la cultura cattolica quanto un pezzo di pensiero antagonista hanno fatto di tutto per negare la psicopatologia e la sua terapia. In La pazza gioia c’è invece un senso di quotidianità della malattia mentale, di difficoltà umana e necessaria ma normale, di cui abbiamo bisogno (molto credibile anche Valentina Carnelutti, la terapeuta); anche perché siamo il paese di Franco Basaglia, che è una cosa da non dimenticare e di cui andare fieri.

Oltre alla bravura delle due protagoniste e del cast intero, di questo film si può amare proprio il sentimentalismo, la vocazione all’empatia, la voglia di suscitare commozione senza trucchi. Anche se il tocco di Francesca Archibugi costringe la fabbrica delle lacrime a un superlavoro, il risultato dà grandi soddisfazioni.

Salvatore Aulicino Mazzei

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