Fast and Furious 8: sempre meno fast e sempre più (paz) furious…

Ago 18th, 2017 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Scrivo questa recensione a distanza di tempo dall’uscita dell’ultimo episodio della saga perché tempo mi è servito per metabolizzare il mastodontico utilizzo di effetti speciali e, soprattutto, per capire cosa sia successo a quel bel film di corse clandestine, motori e pugni degli albori, visto che negli anni si è progressivamente trasformato in tutt’altro…

All’inizio, c’era una banda di ladri capitanata da Dominic Toretto (Vin Diesel) che effettuava spettacolari furti autostradali. Per sgominarla, l’FBI decide di infiltrare un proprio uomo nell’organizzazione, l’agente Brian O’Conner (Paul Walker). Da lì nasce tutto: l’agente scoprirà ben presto un mondo che non è fatto di sola illegalità, ma anche di adrenalina, fiducia e rispetto. Alla fine ne rimarrà talmente coinvolto da diventare anche lui uno della “famiglia” rinunciando così al distintivo…

Nel secondo episodio, abbiamo visto l’ex agente O’Conner alle prese con uno spietato malvivente. Stavolta non più aiutato da Toretto, ma da un ex-amico ritrovato… Certo, la storia per alcuni versi ricordava un po’ “Miami Vice”, ma la presenza di Eva Mendez faceva passare in secondo piano le pecche di sceneggiatura…

Il terzo episodio della saga era invece incentrato sulle vicende personali di un giovane americano, anche lui dedito alle corse clandestine. Inizialmente ambientato in America, il film prosegue in Giappone dove il ragazzo viene inviato a vivere col padre per tenerlo lontano dalle corse. Nonostante le difficoltà iniziali per integrarsi, riuscirà a fare conoscenza con dei ragazzi che lo introdurranno al mondo Drifting. Come in ogni buon film americano che si rispetti, ci si mettono di mezzo i sentimenti a complicare le cose e, tra liti, inseguimenti con la Yakuza, pezzi di ricambio e sgommate, tutto si concluderà per il meglio, tranne che per Han (Sung Kang) uno dei piloti che morirà in un incidente.

Nel quarto film finalmente ritroviamo insieme i due amici che hanno dato inizio alla saga. Stavolta, per vendicare la fidanzata di Toretto si infiltreranno nell’organizzazione di un pericoloso criminale. Botte, corse, molte esplosioni, e sempre più proiettili… Dopo un rocambolesco inseguimento nelle gallerie sotterranee tra Messico e Stati Uniti, i due riusciranno a fermare il bandito. La cattura del malvivente non sarà però sufficiente ad evitare a Toretto il carcere. L’amico Brian, quindi deciderà di aiuterlo ad evadere.

Nel 5 episodio la storia inizia a complicarsi su vari fronti. Innanzitutto a livello temporale si pone prima del terzo episodio, in modo da poter giustificare la partecipazione di Han (Sung Kang), morto alla fine di “Fast and Furious 3 - Tokyo Drift”. Nel film, all’interno di un’auto rubata dalla banda, i protagonisti scoprono un dispositivo con tutti i dati dei conti e dei traffici del più potente uomo d’affari di Rio. Una volta scoperti il significato e la preziosità di quei dati, i nostri decidono di sfruttarli per fare un ultimo colpo prima di ritirarsi. La cosa sarà resa più complicata dalla collusione della polizia locale, e dall’ingombrante presenza del colossale agente Hobbs (Dwyane Johnson) che cerca di catturare Toretto a tutti i costi. Per riuscire nell’impresa i due protagonisti dovranno avvalersi della collaborazione di altri amici, ognuno con specializzazioni differenti (stile Ocean’s 11, 12, 13…) Finale sempre più roboante e devastante, con 2 sole auto capaci di sradicare addirittura una gigantesca cassaforte blindata e trainarsela dietro, scorrazzando e facendo danni per un’intera città, riuscendo nel frattempo a fare anche una magia!

Ecco, a partire da questo film temo che gli autori si siano inebriati di effetti speciali ed esplosioni, perdendo il lume della ragione, il senno… Il sen-NOS! Dal 5 in poi avremo infatti un crescendo di situazioni inverosimili, ai limiti della fisica, sempre più oscillanti tra lo spionaggio e il fantascientifico, e che purtroppo, con le corse e le auto hanno sempre meno a che fare… Per carità, anche nei film precedenti le esagerazioni non erano poche, ma se non latro si rimaneva nel tema dei motori!

Del resto, nel sesto episodio Toretto viene rintracciato da Hobbs che gli chiede di “rimettere insieme la “squadra” e partire per l’Europa alla ricerca di un pericoloso gruppo di mercenari che hanno rubato un pericoloso dispositivo bellico (manco fossero gli X-Men)! Per convincerlo ad accettare gli porge delle foto recenti che dimostrano che la sua fidanzata è ancora viva! Si riunisce quindi la squadra e si parte per l’Europa! Se da una parte può essere simpatico vedere i “nostri eroi” cimentarsi in imprese fantastiche sulle strade di “casa nostra”, dall’altra, tali imprese diventano “troppo fantasmagoriche”: inseguimenti con carrarmati, esplosioni e palazzi semidistrutti da far concorrenza a “Transformers” e poi, l’interminabile corsa finale con auto e arpioni per impedire il decollo di un aereo cargo che rolla su una pista sconfinata che, facendo due calcoli spicci, dovrebbe essere lunga almeno 50km… A concludere il film, la classica riunione di “famiglia” e, ciliegina sulla torta, una ri-contestualizzazione temporale dell’incidente di Han, come se fosse successo in quel momento, causato dal fratello del mercenario messo fuori combattimento (Jason Statham, ex conducente di Transporter).

Il settimo della serie è ancor più apocalittico dei precedenti: la spettacolarità degli effetti speciali e delle distruzioni aumentano, ovviamente a discapito delle corse e delle belle auto. La “squadra” ormai non è più una banda di piloti e ladri, ma un’equipe di super esperti, talmente bravi che persino il potente governo Americano deve chiedere aiuto a loro! Stavolta c’è da recuperare un particolare dispositivo informatico che permette di rintracciare chiunque attraverso internet (vabbeh, ormai basta andare su Google…). La missione richiede inoltre di proteggere l’ideatore del dispositivo e fermare un pericoloso terrorista. Questo costringerà la squadra muoversi avanti e indietro per il globo, tra inseguimenti mirabolanti, fiamme, esplosioni, droni militari fermati da un’ambulanza in caduta libera, elicotteri e missili in piena città e, dulcis in fundo, auto che saltano da una finestra all’altra di grattacieli, beccando sempre la finestra giusta!!! A condire il tutto armi d’assalto e quanto di più ricercato l’attuale industria bellica possa offrire (manco fosse un film di Schwarzenegger). Il finale di questo episodio sarà però molto diverso dai precedenti, perché dedicato al precocemente scomparso Paul Walker.

Tecnicamente, anche per rispetto della morte di uno dei due principali protagonisti, a mio avviso ci si sarebbe potuti fermare qui, ma si sa: gli americani non sono tali se non stra-esagerano! Ed ecco infatti arrivare il numero 8!

I primi 12 minuti del film sono sufficienti a capire l’imponente quantità di esagerazioni che accompagneranno tutta la pellicola, abbondantemente oltre la fisica e la metafisica: una macchina vecchia e sgangherata che guidata da Toretto e grazie a due accorgimenti, (l’occhiello di una latina ed un pezzo di fil di ferro), riesce a battere di retromarcia un’auto super elaborata lanciata in quinta marcia! …e se vogliamo, ancora ancora ci saremmo potuti stare: se non altro si parlava di auto! Ma no! Perché tornare alle origini quando si è ormai lanciati verso l’infinito e oltre??? Infatti, poco dopo, Toretto incontra una strana bionda, Cipher (Charlize Therone) che si rivela essere una super-cattiva degna dei migliori “007”, anche se come look ed espressività ricorda più i due gemelli di “Matrix Reloaded”… Questa, facendo leva sulla “Famiglia” lo costringe a collaborare con lei per impadronirsi di armi militari e ordigni nucleari. Si innesca così una serie di doppi giochi tra la ex-squadra e Stathan, (che nel frattempo non è più cattivo, ma si rivela essere un agente segreto inglese), tra la malvagia che crede di averlo in pugno e Toretto che in realtà, non tradirà la “Famiglia”.  Il film si sviluppa in un crescendo di esplosioni, colpi di scena e combattimenti in scenari fantascientifici: passando da un’inverosimile carica di auto a guida autonoma “hackerate” e dirottate con “due click”, al ridicolo tiro alla fune di 5-6 auto che non riescono a tener testa ad una! Si prosegue quindi con Toretto capace di espugnare (da solo e a bordo di un’auto) una ex-base Russa in disarmo diventata quartier generale di terroristi. Segue un “accendi e spegni” a distanza tra l’hacker buona e quella cattiva che cercano di prendere il controllo di un sommergibile nucleare russo (ma che ricordano molto di più due bimbi che litigano con gli interruttori della luce)… La scena finale vede i protagonisti impegnati in una improbabile fuga a tutto gas sui ghiacci, inseguiti nientepopodimeno che dal sommergibile nucleare che pur rompendo la spessa crosta di ghiaccio riesce a tenere una velocità che nessuna tecnologia umana permette tutt’ora… Quando la squadra sta per avere la peggio, ormai presa di mira da un furgone minuto di lancia missili, appare Toretto che con un semplice colpo di sterzo fa sbandare il furgone mentre i missili deviati finiscono solo sui cattivi all’inseguimento! (WOW) Non soddisfatto, Toretto si fa inseguire da un missile termoguidato e riesce farlo schiantare sul sommergibile che esplode mentre lui rotola fuori dall’auto sui ghiacci e si salva grazie all’arrivo tempestivo della sua squadra che gli fa da scudo con le auto (che non si fanno nemmeno un graffio!) (A-ri-WOW!!!). Il film si conclude con un’immancabile “riunione di famiglia”.

Sebbene questo ipertrofico film già farebbe gridare pietà ai puristi, sembra che siano già in preparazione il 9 e il 10 che (ci auguriamo) dovrebbe essere l’ultimo… Vista la direzione presa dalle ultime pellicole, nei prossimi film non ci sorprenderebbe vedere i nostri eroi muniti di superpoteri, non più dentro le auto ma direttamente a cavallo di missili, magari in missione sulla Luna per recuperare uno Shuttle…

Scherzi a parte, dato che chi credevamo cattivo nei primi episodi si è poi rivelato buono nei successivi, diventerebbe più probabile anche un ritorno di Han, magari scampato all’ultimo all’esplosione della sua auto a Tokyo… E di tante trovate fantasiose, forse questa sarebbe la più plausibile, e gradevole…

 

Gabriele Gulia

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