Sono 10 i finalisti selezionati tra 232 pizzaioli in rappresentanza di 24 nazioni Una sola donna tra i concorrenti, un “centenario” e nomi molto noti del settore, appartenenti a diverse scuole di pensiero in materia di pizza

Nov 14th, 2017 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli

Valerio Giuseppe Mandile 


Ancora poche ore e si saprà quale pizzaiolo avrà conquistato il titolo del  #pizzaUnesco, concorso finalizzato a sostenere la candidatura Unesco dell’arte

del pizzaiolo napoletano quale Patrimonio Immateriale dell’Umanità, che sarà valutata il prossimo dicembre nell’attesissimo appuntamento di Seul.

Il 14 novembre è la data fatidica: a Napoli al Mulino Caputo la grande decisiva sfida tra 10 concorrenti selezionati tra 232 concorrenti da una commissione presieduta da Enzo Vizzari e composta da Allan Bay, Giorgio Calabrese, Eleonora Cozzella, Fiammetta Fadda e Scott Wiener.

In serata, poi, nel cinquecentesco chiostro dello storico Palazzo Caracciolo MGallery by Sofitel, si svolgerà l’attesa proclamazione ufficiale e relativa premiazione dei trionfatori del contest internazionale organizzato da Mysocialrecipe.

Alla competizione hanno partecipato pizzaioli provenienti dalla Campania e dalle altre regioni italiane, da Stati Uniti, Canada, Australia, Cina, Corea, Kenya, Russia, Kuwait, Cile, Argentina, Uruguay, Olanda, Marocco, Colombia, Norvegia, Belgio, Romania, Ungheria, Polonia, Austria, Grecia. Tra essi sono stati scelti i dieci finalisti.

Tra essi solamente una donna sulle 28 inizialmente in concorso. È italiana, attualmente lavora in Australia, ed ha la sua pizzeria a Melbourne. C’è poi un decano della pizza napoletana, simbolo di una delle quattordici famose “pizzerie centenarie” di Napoli, attiva già dal 1916; e c’è  il pizzaiolo creativo di Rotterdam, che da filmmaker si è evoluto in pizza chef di tutto rispetto; c’è un emigrante napoletano in America che ha fondato nel Greenwich Village quello che viene definito fai più un tempio della pizza napoletana; c’è ancora un allievo prodigio del maestro Diego Vitagliano che farà parlare molto di sé ed ancora altri esponenti di rilievo del “mondo pizza”.

Triplicate quasi le partecipazioni al concorso, in questa seconda edizione rispetto all’anno passato: ben 373 pizze complessivamente in gara; forte la presenza estera con 35 pizzaioli, altrettanto la componente femminile, con 28 pizzaiole, di queste 4 straniere.

Le loro originali creazioni sono state tutte registrate sul sito  www.mysocialrecipe.com, la prima piattaforma che certifica temporalmente la paternità di una ricetta.

L’edizione di quest’anno ha inoltre registrato come dato l’unione tra web estrosi e i 232 protagonisti, talentuosi pizzaioli attivi in 24 nazioni, al servizio del bene pizza, gioiello gastronomico italiano - è più squisitamente napoletano - nel Mondo.

A suggellare la valenza del condiviso messaggio sociale e dell’alto valore culturale che riveste la pizza con il suo linguaggio che riesce a giungere ovunque e promuove con successo la partecipazione e la socializzazione, anche la presenza di quattro pizzaioli non vendenti.

Principi sani e rigorosi quelli che hanno ispirato la nascita del #pizzaUnesco: qualità, creatività, originalità; ad essi va aggiunto il rispetto dei requisiti caratteristici della pizza napoletana.

Ed ecco qui di seguito i dieci finalisti con le rispettive creazioni presentate:

1. Giovanna Alberti (Melbourne, Australia) con ‘pizza Marina’. Lavora come Head Chef presso la Woodstock Pizzicheria;

2. Gennaro Battiloro (Lucca, Italia) con ‘pizza Sensazioni’. Giovane pizzaiolo originario di Torre del Greco, naturalizzato toscano, è in forze alla pizzeria “La Kambusa” di Massarosa;

3. Raffaele Bonetta (Napoli, Italia) con ‘pizza Ottospek’. Al forno della pizzeria “Ciarly”, seguace della lievitazione lunga, usa il metodo della biga;

4. Salvatore Grasso (Napoli, Italia) con ‘pizza 1916’: numero che contraddistingue  i gloriosi 100 anni di attività della famosa pizzeria storica napoletana “Gorizia”, fondata appunto nel 1916, all’epoca della Grande Guerra, mentre le truppe italiane stavano entrando in Gorizia: da qui il nome del locale;

5. Ciro Iovine (New York, USA) con ‘pizza Summer’. Dal quartiere napoletano di Fuorigrotta a Napoli al Greenwich Village dove ha aperto la pizzeria “Song ‘e Napule”, punto di riferimento della pizza napoletana oltreoceano; 

6. Vincenzo Onnembo (Rotterdam, Paesi Bassi) con ‘pizza del Padron’. Al suo attivo gli studi artistici, l’attività di filmmaker e creative director tra Inghilterra, Italia, Olanda e Belgio, poi nel 2014 la grande svolta: trasforma il suo studio a Rotterdam in una pizzeria “dopo lavoro” e nel 2016 vara il progetto “Old Scuola”, del quale è pizza chef e storyteller;

7.  Francesco Pone (Napoli, Italia) con ‘pizza Terra Antica’. Attivo nella “Pizzeria 18 Archi” sul golfo di Pozzuoli, è uno dei migliori allievi del maestro Diego Vitagliano;

8. Carlo Sammarco (Napoli, Italia) con ‘pizza Fior di zucca e alici’. Al suo attivo la nouvelle vague, tra i simboli della pizza canotto, è titolare della “Carlo Sammarco 2.0” di Aversa (Caserta);

9. Clemente Valentino (Forlì, Italia) con ‘pizza Veggie’;

10. Giuseppe Vitiello (Caserta, Italia) con la ‘pizza Doppia’. Vincitore del neocampionato europeo ‘Pala d’oro’ per la sezione “pizza napoletana” è erede di una notissima famiglia di pizzaioli di Terrà di Lavoro. Nella pizzeria “La Loggetta” (la più antica di Caserta) sperimenta impasti alternativi con curcuma, caffè, cacao, farina semintegrale, multicereali e paprika;  novità: la pizza ad aria, sana lievitazione e digeribilità.

Mentre si attende la disputa finale ormai alle porte, sono stati resi noti i pizzaioli che hanno conquistato quattro delle undici menzioni speciali previste dalla gara e assegnate dai partner di Mysocialrecipe:

Menzione La Fiammante per la “Migliore pizza al pomodoro” a Giuseppe Vesi della pizzeria “Pizza Gourmet” (Napoli) per la pizza “Fantasia di colori e sapori”;

Menzione Fic (Federazione Italiana Cuochi) per la “Pizza Chef - Migliore pizza per l’originalità degli ingredienti” a Mauro Autolitano della “Pizzeria Totò e i Sapori” di Acerra (Napoli) per la “Pizza Tiziano bis”; 

Menzione Ferrarelle per la “Migliore pizza per l’impasto” a Giuseppe Pignalosa della pizzeria “Le Parùle di Ercolano” (Napoli) per la pizza “La mia Nerano”; 

Menzione Slow Food per la “Pizza Slow - Migliore pizza per la territorialità” a Francesco Capece della “Locanda dei Feudi 2.0” di Filetta (Salerno) per la “Marinara dell’alleanza”.

Rimangono altri sette premi speciali: “Migliore pizza per gli aspetti nutrizionali” (a cura di Legambiente); “Pizza più letta sul web” (a cura di Mysocialrecipe); “Miglior abbinamento Vino – Pizza” (a cura dell’Associazione Italiana Sommelier); “La pizza è anche fritta” (a cura della rivista Italia a Tavola); “Pizza senza glutine” (a cura della rivista Ristorazione Italiana); “Una pizza per rinascere” (Luciano Pignataro Wine Blog); “Pizza funzionale e alternativa di NIP Food” (Nazionale Italiana Pizzaioli).

#pizzaUnesco gode del patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Regione Campania, Comune di Napoli, Città Metropolitana, Camera di Commercio, Legambiente, Fondazione Univerde, Associazione Italiana Sommelier, EcoMuseo della dieta Mediterranea di Pioppi.

A sostenerlo: Ferrarelle, La Fiammante, Molino Caputo, Olitalia, Sorì, come main sponsor; come sponsor Consorzio del Parmigiano Reggiano.

La fase live vede in prima linea Event Planet Food, Fondazione Birra Moretti, Gi.Metal e Scugnizzo Napoletano. 

Partner: Federazione Italiana Cuochi, Nazionale Italiana Pizzaioli, Associazione Pizzaioli Napoletani.

Tra i mediapartner: Il Mattino, Luciano Pignataro Wine&Food.

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