“Capri isola d’Arte”

Nov 20th, 2017 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

Un lavoro intenso, fatto di passione e colore, di sperimentazione e rispetto della tecnica, di tenacia e sogno, è “Capri isola d’Arte”, la mostra evento a cura della Monteoliveto Gallery, che ha impressionato l’isola azzurra questo autunno. Dopo i successi riscossi, con il progetto Cities of Europe, a Parigi, Londra, Berlino, Nizza, Milano e Imperia, la galleria di Chantal Lora e Antonio Nicola Ciervo, ha presentato un suggestivo viaggio nell’arte in una cornice meravigliosa. Ospitata dalla prestigiosa Villa La Floridiana Hotel, l’esposizione, realizzata con il patrocinio della Città di Capri, ha raccolto l’interesse di artisti provenienti da tutto il mondo; a partecipare, infatti, i francesi Elizabeth Baille, Juliana Chakravorty, Quentin Chevrier, Sylvie Rabatel, Alissa Thor; l’austriaca Bernadette Blümel; Lucia Kao da Taiwan; gli australiani Stephen Daly, Milanda De Mont, Joolie Green, Trisha Fitzpatrick, Jean-Marc Laroque, Josie Lowerson; gli svedesi Eva Otterström, Peter Sherman, Malin Forsberg; Roger De Tanios dal Libano; Jane Sager dalla Svizzera; Reina Rozema dall’Olanda; le argentine Graciela Montich, Ana Giovinazzo, e argentino-cilena Christine Clément; gli italiani Antonia Bufi, Gianpaolo Cono, Fabrizio Fontana, Gianmaria Giannetti, Nicola Piscopo, Serenella Sossi, Fulvio Tornese; Michael Milburn-Foster dalla Gran Bretagna; Gabriele Vallentin dalla Germania; la statunitense Debra Trafton; e Josefina Temín dal Messico. Nell’incantevole albergo al 16 di via Campo di Teste, con un panorama mozzafiato a illuminare gli occhi, trovano spazio i lavori di questi straordinari artisti che hanno prestato il talento al progetto pensato dalla nota Galleria di Nizza: «noi crediamo in un concetto di cultura artistica condivisa -ha dichiarato Lora- dedita alla diffusione di una cultura accessibile». Un sogno che si sostanzia nei colori saturi di Vallentin: «ho respirato tutti i colori di Napoli, la sua terra bruna, il sole brillante, il mare turchese, e verde, e azzurro, e blu. Il suo cielo, che quando è plumbeo sembra tanto quello di casa mia, i suoi tramonti infuocati, quel “dark red” che mi ha colpita e che per me racconta pienamente questa città». E che continua nel gazebo neoclassico di Rozema: «invito lo spettatore in questi paesaggi ricchi di dettagli, fughe prospettiche e colori vividi». Come in “Pavillion by Rothschild villa”, un olio 50×60 che rapisce immediatamente l’osservatore, conducendolo in un giardino elegante e curato, tra una folta vegetazione che sembra lenire ogni turbamento, sedare l’anima, placare lo spirito. Dall’atarassia all’energia pura di “Danielle in New York” l’opera di Sherman: «lavoro spesso con i ballerini, perché è come fermare un’emozione. Con la mia arte fotografo un momento. Musica, vestito, scenario, tutto si fonde, perché in un movimento, nella torsione di un corpo, c’è vita; non esiste pittura senza danza». Un allestimento elegante che ha dato grande risalto ai lavori esposti, passando dalla forza cromatica del filato antico di Clément, al paesaggio quasi onirico di Laroque, fino ad arrivare al paradosso digitale di Piscopo.


Rosaria Morra


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