Intervista con Andrea D’Ambrosio regista del film prossimamente in uscita nelle sale: “Due euro l’ora”

Mar 30th, 2016 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

  1. Il tuo film “prende le mosse” da un fatto realmente accaduto, una tragedia del mondo del lavoro sommerso, ce ne vuoi parlare?

  2. L’idea di realizzare un film dedicato ad un argomento così attuale da dove trae origine?

  3. Come hai scelto gli attori, in base a quali caratteristiche?

  4. Sei già stato autore di una bella sceneggiatura scritta per INAIL, “I frutti del lavoro”  un cortometraggio nel quale raccontavi il mondo del lavoro e le sue difficoltà viste con gli occhi di un bambino….

  5. Hai affrontato più volte quindi, il tema del lavoro in Italia, lavoro nero, lavoro sommerso, dall’idea che ti sei fatto, ritieni che si posa migliorare? Se sì in che modo?

  6. Quali sono stati i tuoi maestri cinematografici? Raccontaci un po’ della tua formazione personale

  7. Il cinema in Italia è in una fase di “empasse”, come ha detto qualcuno o ci sono nuove idee che presto prenderanno piede?

  8. Che giudizio dai al tuo film in prossima uscita? Sei sodisfatto del risultato conseguito?

    RISPOSTE

  1. Il film prende spunto da un fatto di cronaca accaduto nel 2006. A Montesano sulla Marcellana in provincia di Salerno due donne Annamaria e Giovanna morirono in un materassificio abusivo mentre lavoravano a due euro l’ora. Giovanna era minorenne. Questa vicenda mi sconvolse a tal punto che decisi di seguirla per farci un documentario. Ma poi mi accorsi che una storia sarebbe stata più adatta a raccontare la vicenda. Allora con la sceneggiatrice Donata Carelli abbiamo deciso di mantenere il fatto di cronaca ma i personaggi sono inventati. Per dirla alla Francesco Rosi “i personaggi sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce”. Lo abbiamo fatto per rendere la storia universale. Non un film denuncia, ma una storia sulla normalità. Una storia d’amore forse.

  2. L’idea nasce dalla voglia di raccontare cosa è il lavoro nell’Italia di oggi. Nell’Italia di Renzi. Ormai lavorare a due euro l’ora è la normalità, non è più un fatto isolato. La fame di lavoro ci costringe spesso ad accettare lavori usuranti e sottopagati. E al sud la situazione è ancora peggiore con laboratori e scantinati abusivi che ormai sono l’unico modo per sopravvivere per molte realtà.

  3. La scelta degli attori è avvenuta attraverso un casting serrato. Ma la cosa che mi ha colpito di più sono le facce degli attori. Quasi maschere. A partire da Servillo e la Baffi. Attori di teatro ma dalla capacità di interpretare qualsiasi ruolo.

  4. I frutti del lavoro finanziato da Inail Campania è una favola moderna. E’ un lavoro che amo molto, forse una delle cose più belle che ho fatto. Perché racconto il lavoro, la scuola, i paesi del sud…tutti temi che ritroviamo in due euro l’ora….

  5. Il lavoro deve essere un diritto sacrosanto di ogni individuo…oggi il lavoratore è solo di fronte ai problemi. Prima c’era una tutela, c’era quella che i sociologi chimerebbero coscienza di classe. Oggi il precariato corrode le nostre vite, le maciulla e ci rende schiavi. Sempre di più.

  6. Be sono cresciuto con le lezioni di Giuseppe De Santis (riso amaro, non c’è pace tra gli ulivi) Ettore Scola, Carlo Lizzani, Ugo Pirro. Ho conosciuto e mi sono formato con i grandi maestri del neorealismo. In un’Italia migliore di questa. Quando il cinema in questo paese era un arte che aveva un seguito. Oggi la situazione mi sembra sempre più difficile.

  7. Il cinema italiano è fermo. Paolo Sorrentino ha detto che il cinema è vivo ma gli italiani non se ne accorgono. E’ proprio così. C’è una grande vitalità ma i film arrivano a poche persone. Anche se vinci Cannes o Berlino non cambia nulla. Per la gente vale più una brutta fiction in tv che un bel film al cinema. E’ l’Italia dei consumi. Quella che Pasolini definiva l’Italia post-fascista e omologante.

  8. Un film è come un figlio. Non diresti mai che è brutto. Lo abbiamo fatto. E questo conta. Il resto è noia.

     

    Salvatore Aulicino Mazzei

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