Motivazioni sparse, nebbie diffuse…

Set 24th, 2018 | Di cc | Categoria: Politica

di Edoardo Barra

 

 

Se c’è una cosa che caratterizza questo momento politico è senza dubbio il cambiamento di prospettiva che il Paese in poco tempo ha maturato. Il Governo giallo verde, nato più da un’esigenza pratica che da una condivisione d’idee, procede su un duplice binario. Da un lato l’evidente difficoltà degli esponenti del M5S a proiettarsi in un panorama operativo e non di protesta, difficoltà evidenziata diverse volte da affermazioni di principio e uscite fuori luogo che poi sono state riviste e corrette, dall’altro una Lega che esprimendo una politica concreta e una comunicazione meglio strutturata, registra un continuo incremento dei consensi. Salvini ha mostrato una forza di penetrazione tra la gente che pochi, sino a poco tempo fa, avrebbero previsto. Il suo progetto di sdoganare la Lega, da formazione geograficamente limitata a forza nazionale, si sta realizzando e anche il sud si riconosce sempre più nelle parole e nell’azione del Matteo verde. Tale circostanza, tra l’altro, si evince più ascoltando la gente comune che dai sondaggi che pure sono lusinghieri. Ciò significa un tangibile radicamento nel tessuto civile e, quindi, una ricaduta elettorale positiva che “ruba” voti in modo trasversale.

Berlusconi è l’altro regista del momento. Resosi conto di come la sua forza d’impatto mediatico sia inevitabilmente in declino, complice la carta d’identità e le tante traversie passate, oltre a cercare di strutturare internamente la sua compagine politica lasciando spazio a chi è un politico di provata fede e non a un’Alfano qualunque, ha accettato l’operazione Lega stringendo le labbra ma mai staccando la spina del centrodestra, oggi unica e vera forza di coalizione possibile.

Tutti, analisti e sondaggisti, convengono sul fatto che la maggioranza del Paese guarda al centrodestra come unica possibilità di portare avanti politiche e disegni che vadano oltre un contratto a termine che sa tanto di percorso accidentato. Berlusconi, da vecchio lupo di mare, ha capito che se vuole rimanere sul ring politico deve accettare un ruolo diverso da quello sino a oggi ricoperto e quindi aspetta solo il momento opportuno per ricompattare la coalizione con Salvini leader e un fronte che appaia, grazie a Forza Italia, maggiormente moderato e univoco.

Il M5S, come dicevamo, sta invece mostrando tutti i propri limiti e inadeguatezza di una dirigenza politica approssimativa e mal preparata. Basta guardare le difficoltà mostrate da Di Maio rispetto a Salvini nel ruolo di capofila dell’alleanza governativa o, come l’ultimo caso, le incredibili e offensive affermazioni di Casalino verso i funzionari del Ministero dell’Economia. Dichiarazioni del tutto improponibili per chi ricopre un ruolo tanto delicato e che fanno apparire Casalino come il portavoce di altri interessi più che del Primo Ministro.

Queste enormi difficoltà sono comunque poca cosa se si rapportano allo sbando completo in cui versa la sinistra. Il Partito Democratico è ormai in una situazione di confusione totale, completamente staccato dalla realtà, impegnato in guerre intestine. Quello che a un certo punto era sembrato un incendio incontenibile con il primo Renzi, oggi appare una candelina dalla fiammella traballante. Il Pd, i suoi dirigenti, i personaggi che spariscono per poi riapparire, che hanno distrutto invece di creare, sono ormai una parodia della sinistra e di quello che il proprio popolo si aspettava. Una crisi che appare inarrestabile, soprattutto per la mancanza d’idee e progettualità politica. Più a sinistra ancora c’è invece il fumo di quello che poteva essere la bandiera rossa, nel bene e nel male, ma comunque non lo è stato né lo sarà mai.

Di fatto la fortuna dell’alleanza governativa e di Salvini impegnato nella messa a punto del meccanismo che lo porterà a essere Primo Ministro è proprio la mancanza di opposizione. Berlusconi e la Meloni non mordono troppo nemmeno se potessero, perché attenti a non rovinare il vestito dell’alleanza che presto sarà chiamata alla guida del Paese, la sinistra semplicemente perché politicamente inesistente.

E il Governo va avanti, con le sue motivazioni determinate da un anomalo contratto e i banchi di nebbia che a tratti rallentano le azioni previste. Nebbie dalle quali però è Salvini a uscirne in maniera sempre più convincente, ed è a lui che il Paese, passata la sbornia di protesta rabbiosa incanalata verso il Movimento di Casaleggio & C., guarda con aumentata fiducia per riprendere tra le mani il futuro.

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