Massimo Masiello: io e “L’Attore” mi presento

Mar 2nd, 2019 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Attore, cantante, ballerino, Massimo Masiello è l’artista a 360 gradi che non smette mai di emozionare. Si forma all’Accademia del teatro Diana diretta da Guglielmo Guidi. Studia canto e solfeggio con i maestri Antonio Sinagra, Antonio Romano e Tonino Esposito. Debutta al teatro con lo spettacolo “Mezzo secolo di canzoni” con Rosalia Maggio e Roberto Murolo diretto da Leonardo Ippolito. Varca le scene dei palcoscenici che ospitano i più grandi capolavori del teatro partenopeo da “Io Raffaele Viviani”  a “Il sindaco del Rione Sanità”,  passando per la tv con la serie “Assunta Spina” accanto a Michele Placido. Un percorso di grande spessore quello di Masiello che è culminato nel musical “L’Attore” messo in scena mercoledì 27 Febbraio al teatro Cilea.

“L’Attore”, ideato da Massimo Masiello,presentato  dalle Officine della Musica e Radio Amore, ingloba atmosfere circensi di giocolieri, acrobati, ballerini la cui arte si fonde perfettamente  con i brani in lingua napoletana. Aperto il sipario ,Masiello su una nuvola si fa interprete di “Io vivo dove c’è il mare” brano tratto dall’omonimo cd che dà nome allo spettacolo , per poi declamare un celebre passo tratto dalla scrittura teatrale “As you like it” di William Shakespeare :” Tutto il mondo è palcoscenico, gli uomini e le donne semplicemente attori, loro hanno le loro uscite e le loro entrate , e un uomo nella sua vita recita più ruoli..”

È l’essenza del teatro che si fa vita ed è la vita che si fa teatrante,è l’essenza de “L’Attore” che mette in scena un sogno così vivido, così vero eppure così illusorio.

Ammirevole lo spessore di Massimo Masiello che ,con le sue espressioni e la sua voce così spiccatamente armoniosa e brillante nel recitato così come melodica e passionale nel cantato, trasporta lo spettatore in un momento poeticamente elevato, magistralmente acuto.

Oltre alle canzoni classiche che si intrecciano con quelle tratti dal nuovo cd di Masiello, sapientemente interpretate, brani di prosa come quello interpretato da Nello Mascia. Si tratta di una lettera scritta da Eduardo De Filippo al Ministro dello Spettacolo risalente al 1 Ottobre 1959 in cui si evince l’attualissimo malcontento dell’attore  nei riguardi di una società poco attenta a questa figura troppo spesso bistrattata e lasciata tra le mani di acerbi incompetenti.

Rosaria De Cicco, celebre artista del panorama partenopeo, interpreta con struggente pathos un brano tratto da “Filumena Marturano” introducendo l’unico duetto della serata con Gianni Conte, autore della canzone “Filumè”.

Le coreografie affidate a Margherita Veneruso, ballerina del teatro San Carlo, che insieme a Masiello si è occupata delle regia, completano lo spettacolo ,trascinando lo spettatore in un sogno ad occhi aperti.

Non mancano momenti di divertimento puro come quello de “A Rumba de scugnizzi” dove i vicoli di Napoli diventano palcoscenico regalando attimi di spensieratezza e di grande arte interpretativa al tempo stesso.

Come nasce l’idea di mettere in scena l’attore?

“L’Attore” nasce da un’idea molto semplice perché questo brano scritto da Gianfranco Caliendo e Flora Contento è la sofferenza dell’artista attraverso ciò che il pubblico non vede. Ogni volta che si va in scena l’attore è in preda alla tensione e dietro quella maschera si cela un amaro sentimento. Accanto a ciò c’è anche l’intento di mettere al centro dell’attenzione non tanto il cantante, ma l’interprete”

Quali sono i pilastri della musica napoletana a cui si ispira?

“Ce ne sono tanti. La scuola napoletana ha dei maestri: da Roberto Murolo, la cui perfetta interpretazione della metrica ne fa un pilastro per la musica classica, Sergio Bruni, per non dimenticare Antonio Bonomo  e Massimo Ranieri che interpreta, non mette solo in campo la nota giusta”

Come nasce  la sua aspirazione a diventare un performer?

“L’idea di diventare performer è insita dentro di me da quando sono bambino. Alla fine degli anni ’70 guardavo i grandi spettacoli dove gli attori erano artisti a 360 gradi, interpreti che passavano attraverso tutte le arti performative .Riuscire in questo significa mettere in scena se stessi, il movimento coreografico insieme alle note da me sfiorate sono un connubio che  ho scoperto essere  congeniale attitudine .Quando mi cimento nel ballo sento dentro la musica e la esprimo, più un atto naturale che una scelta.

“L ‘Attore” cosa rappresenta per lei?

“L’ Attore “ è un sogno che ho realizzato grazie ad un grande team che va dai produttori Antonio Romano e Granfranco Caliendo, passando per le coreografie di Margherita Veneruso, la fonica di Enzo Esposito, le luci di Dario Vastarella.

È  il sogno di dare allo spettatore un momento di relax in cui il pubblico si lascia trasportare dalle emozioni, l’artista in quel momento mette a nudo la sua anima regalandola. Come insegna un grande della musica napoletana Gennaro Pasquariello: “ce vo nu sord e voce e cient lire e core”; ingredienti fondamentali per me. Al di là della tecnica che non è mai abbastanza,  la musica napoletana necessita di cuore”

Martina Bruna Chiaiese

 

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