“SOCIETÀ, IMPRESA E SCUOLA I LUOGHI DOVE COSTRUIRE INCLUSIONE”:

Set 16th, 2019 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

STEFANO ZAMAGNI CHIUDE LA PRIMA EDIZIONE DI “GLOBAL INCLUSION – GENERAZIONI SENZA FRONTIERE”
Il Comitato organizzatore traccia i 5 asset dell’inclusione

 
Bologna, 11 settembre 2019 - È affidata al professor Stefano Zamagni la chiusura della prima edizione di “Global Inclusion – Generazioni senza frontiere”, ospitato oggi a FICO EatalyWorld a Bologna, evento che ha chiamato a raccolta l’intero ecosistema italiano - imprese, associazioni non profit, università, lavoratori – dell’inclusione nei luoghi di lavoro. “Di inclusione si deve parlare secondo tre prospettive: società, mondo dell’impresa e scuola di ogni ordine e grado – ha detto Zamagni nel suo intervento, partendo da lontano, dal Fedro di Platone nel quale, dice, “viene evidenziato il bisogno primario dell’uomo, quello di essere riconosciuto (timos). Ma ad una visione paritaria (isotimia, necessità di essere riconosciuti come simili all’altro) si è sostituito negli ultimi decenni il concetto di megalotimia (riconoscimento per contrapposizione e superiorità), visione distorta da cui nascono i sovranismi e le chiusure dell’oggi”. Anche il mondo del lavoro è attraversato secondo Zamagni da una contrapposizione, quella tra “un taylorismo, del quale si riconoscono i limiti e l’inattualità ma che viene ancora proposto come modello vincente in una sua versione, per così dire, ammorbidita, e quella “olocrazia” teorizzata in America da Brian Robertson nel 2007 e da lui applicata all’interno della sua azienda. Un modello di lavoro nel quale autorità e decisioni sono distribuiti nell’ambito di una olarchia di gruppi auto-organizzati anziché fissati in una gerarchia di tipo manageriale”. Infine la scuola, nella quale, secondo Zamagni, si perpetua l’erronea esaltazione del concetto di meritocrazia, “il contrario della democrazia” secondo le sue parole. Un concetto coniato dal sociologo Michael Young nel 1959, e in seguito da lui sconfessato per “i danni incalcolabili causati da una sua interpretazione distorta. “Al concetto di meritocrazia – potere conferito al merito – va sostituito quello di meritorietà, intesa come ricompensa al merito, unica via ad una democrazia compiuta” ha concluso Zamagni.
Un evento che ha visto la partecipazione di oltre 750 persone, oltre a 150 aziende, associazioni no profit, università e business school che si sono confrontate sui temi della diversity & inclusion.
Un ecosistema che per la prima volta ha avuto modo di connettersi e confrontarsi e che ha identificato 5 linee strategiche per la “messa a terra” delle tematiche dell’inclusione: “costruire un modello di leadeship inclusiva; offrire esperienze di inclusione a collaboratori e clienti; educare all’inclusione; integrare profit e no profit; promuovere uno spirito di cittadinanza globale” come hanno sintetizzato i membri del Comitato Global Inclusion Art. 3, promotore dell’evento organizzato da Newton Spa.

Gabriele Gulia

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento