Dal prossimo 27 aprile, cibi cotti a casa: il governatore De Luca firma una rigida ordinanza della Regione, dopo estenuanti battaglie. Ok per librerie e cartolibrerie

Apr 23rd, 2020 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

Valerio Giuseppe Mandile 

 

Napoli. Vincenzo De Luca, presidente della Campania, firma finalmente  l’attesissimo ordinanza che ripristinala consegna a domicilio di pizza e cibi pronti da parte dei locali ristorativi campani, pizzerie in testa, pasticcerie e bar, con operatività da lunedì prossimo 27 aprile.

La decisione giunge dietro grandi sollecitazioni più che motivate: vi è infatti tuttora una differenza sostanziale tra la situazione vigente in Campania di e è tuttora vietato il delivery e il resto d’Italia di e è invece concesso. Un grave danno per l’economia regionale di settore.

Questa discrepanza ha suscitato molte polemiche soprattutto sui social, già da diversi giorni, in particolare modo per le conseguenze in una situazione di grave  crisi già in atto e per le ricadute sull’utenza costretta a cucinare inevitabilmente o a nutrirsi esclusivamente  di prodotti che non hanno bisogno di cottura. Si pensi ai tanti single non abituati a prepararsi da mangiare, agli anziani che non riescono più a stare ai fornelli, alle persone malate, invalide.

 

I ripristino del servizio garantirà dunque l’arrivo di piatti caldi a casa dei tantissimi abitanti della Campania.

Numerose le proteste dell’utenza al fianco di pizzaioli, ristoratori, pasticcieri e titolari dei bar e dei lavoratori di settore. A essi si sino uniti i giornalisti specializzati e i blogger, schierati contro la restrizione che è restata in vigore nella nostra regione a differenza di quanto invece permesso nel testo della Nazione. Una valanga di  post sui social, dove i consumatori hanno chiesto che il servizio fosse nuovamente consentito.

 

La  consegna a domicilio viene ripristinata  pur con severe restrizioni che potrebbero non renderla possibile per tutti giù addetti al settore, per la  pizza, i rinomati piatti della Cucina partenopea e campana, le delizie pasticciere, i prodotti da bar, teferuti per la loro squisitezza ed eccellenza dagli avventori di tutto il Mondo.

 

 

Il ripristino del sevizio a domicilio consentirà almeno agli addetti al settore di ammortizzare parzialmente le purtroppo  consistenti perdite economiche  e si spera di salvare molti posti di lavoro che attualmente risultano a rischio, per quanto il delivery in periodi d’emergenza anti-Covid19 richieda un organico ridotto.

 

In pratica, il traguardo è stato raggiunto, ma le ricadute positive di annunciano molto contenute. Comunque, rappresenta una soluzione indispensabile per migliaia di pizzaioli e ristoratori campani, che dopo oltre un mese di chiusura e mancati incassi, dovranno ora impegnarsi al massimo per difendersi dalla crisi che attanaglia la ristorazione come tanti settori produttivi del Paese e ha messo a rischio l’occupazione dei dipendenti come la stessa sopravvivenza delle attività.

Perciò è fondamentale in questo settore come negli altri grave e te danneggiati, la riapertura.

Il timore è che una parte a chiudere i battenti o ridurre comunque gli organici. Quindi, altri disoccupati. Per questo coloro che hanno perso e perderanno il posto di lavoro saranno costretti a orientarsi su altre occupazioni. Tra queste, quelle in ambito agricolo dove è richiesto personale e si sta aprendo un importante spiraglio su adeguati inquadramenti e paghe dignitose, oltre alla possibilità di creare nuove aziende, grazie alla richiesta delle eccellenze nostrane che dovrebbero continuare a essere notevole.

La protratta serrata, prima imposta dal Governo e poi pure prorogata da De Luca ha provocato perdite economiche fortissime, ma i campi necessitano di lavoratori e la terra italiana, in particolare quella del Sud è molto fertile e i suoi prodotti sono rinomati e apprezzati ovunque.

 

Parzialmente accolta dal governatore regionale la richiesta dei ristoratori, supportata da motivate sollecitazioni avanzate dagli organi di categoria, dopo un’approfondita riunione della task force regionale anti-Covid19.

De Luca ha chiarito : “è questo un primo passo e un primo segno di rilancio delle attività economiche, secondo una linea di responsabilità e di prudenza, che richiede, da parte di tutti, il rispetto rigoroso delle regole di tutela della propria e dell’altrui incolumità”.

“Il provvedimento è articolato in maniera da diluire la mobilità nel corso della giornata ed evitare assembramenti” ha spiegato e in chiusura ha avvertito: “sarà fondamentale rispettare tutti i dispositivi di sicurezza, pena sanzioni severe a carico degli inadempienti”.

Va ieri detto che i vincoli disposti potrebbero non consentire a tutti l’agognata ripresa dell’attività a domicilio.

 

Il governatore ha affermato le sue perplessità a ripristinare la sospirata consegna domiciliare di pizza e piatti pronti, sostenendo la necessità del fermo imposto e motivando che il suo diniego è derivato dal timore di non riuscire a contenere il contagio.

Comunque, nei giorni scorsi ha manifestato un certi orientamento al delivery e i dati incoraggianti proprio sul fronte dei contagi, hanno fatto il resto, contribuendo alla decisione presa in giornata di attuare la parziale e alquanto limitata ripresa dell’attività ristorativa.

Questo è ciò che le associazioni di categoria con grande sforzo sono riuscite a ottenere, dopo avere portato avanti senza sosta una dura battaglia per la tutela di migliaia di posti di lavoro a rischio e per la sopravvivenza delle attività ristorative regionali.

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