DI PIETRO: “NAPOLITANO POCO ARBITRO E POCO TERZO”

Gen 29th, 2009 | Di cc | Categoria: Politica

”poco arbitro e poco terzo” è questa l’accusa di Antonio Di Pietro rivolte al Presidente al capo dello Stato Giorgio Napolitano.  Dichiarazione che poi ha scatenato un’effetto un boomerang nei confronti dell’ex pm, prese di distanza provengono da ogni settore politico e dalle istituzioni contro il leader dell’Italia dei Valori e attestazioni di solidarieta’ al capo dello Stato, mentre una nota del Quirinale ha definito ”del tutto pretestuose e comunque da considerare offensive le espressioni usate dall’on. Di Pietro per contestare presunti ’silenzi’ del capo dello Stato”.

Tale presa di posizione del Presidente della Repubblica, ha puntualizzato il Quirinale, ”avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce”. Di Pietro ha tentato poi di pacare la sua dichiarazione ma senza alcun risultato. Alla Camera, i deputati di ogni settore hanno reagito a caldo schierandosi senza mezze misure a difesa del capo dello Stato, e il presidente Gianfranco Fini ha puntualizzato: ”E’ lecito e naturale il diritto di critica politica, ma questa non puo’ mai travalicare il rispetto che si deve al presidente della Repubblica, che rappresenta tutta la Nazione al di la’ del fatto che sia stato eletto o meno all’unanimita”’.

La presa di posizione dell’on. Di Pietro è scaturata durante una manifestazione sul tema della giustazia organizzata da Italia dei Valori a Piazza Farnese quando, dal palco, Di Pietro ha lamentato che la prefettura aveva fatto sequestrare uno striscione con la scritta ”Napolitano dorme, l’Italia insorge”; Di Pietro ha poi continuato affermando: ”Vogliono farci lo scherzetto di piazza Navona, ma in una piazza civile c’e’ tutto il diritto a manifestare”, aveva detto. In una piazza, aveva aggiunto, ”puo’ essere accolto chi non e’ d’accordo con alcuni silenzi” del capo dello Stato. Aveva criticato il ruolo di arbitro e rivolgendosi proprio a Napolitano aveva aggiunto che la critica era ”fatta del tutto rispettosamente”. Ma poi aveva concluso: ”Il silenzio uccide, il silenzio e’ un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso”. Parole che hanno scatenato le reazioni.

Al Senato, Renato Schifani ha aperto la seduta parlando di ”accuse offensive e ingiuste”, applaudito da tre senatori dell’Idv: Luigi Li Gotti, Alfonso Mascitelli ed Elio Lannutti. Anche Beppe Giulietti, indipendente dell’Idv, si e’ schierato con Napolitano. Di Pietro vuole intimidire Napolitano, ha commentato Daniele Capezzone, portavoce di Fi. Esplicite anche le critiche dal Pd. Non usi neppure indirettamente aggettivi infamanti, ha detto Anna Finocchiaro. Antonello Soro ha espresso dissenso e distanza da Di Pietro. Walter Veltroni ha definito lo striscione e le espressioni di Di Pietro ”inaccettabili e inqualificabili”.
A questo punto si e’ scatenata un’ondata di richieste a Veltroni di rompere l’alleanza con l’Idv. Lo hanno chiesto, fra gli altri, Quagliarello e Bocchino del Pdl, il leader dell’Udc Casini, Nencini del Ps, ma anche Vannino Chiti del Pd: ”Sono ingiurie inammissibili, dobbiamo tenerne conto nei rapporti politici”. In serata, Di Pietro, amareggiato, ha commentato: ”Non ho mai voluto offendere Napolitano. Ho detto e ribadisco che, a mio avviso, e’ stato ingiusto e ingiustificato non avere permesso ad alcuni manifestanti di tenere esposto uno striscione non offensivo, ma di critica politica”.

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