La missione del Pdl: riportiamo lo Stato al Sud

Gen 30th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica

Riportiamo lo Stato al Sud. E’ questa la missione del Popolo della Libertà, del governo e di Silvio Berlusconi, sintetizzato ieri dal premier nell’annunciare e illustrare a Reggio Calabria il piano antimafia.La seduta straordinaria del Consiglio dei ministri nel capoluogo calabrese ha avuto due aspetti, uno pratico ed uno politico. Piano antimafia, appunto; ma anche piano del centrodestra per riconquistare al buon governo e all’efficienza economica - e quindi allo Stato - il Mezzogiorno. A cominciare dalle Regionali. Così come era stato fatto con la soluzione dell’emergenza rifiuti a Napoli, primo impegno mantenuto del governo e simbolo del ritorno, appunto, dello Stato in Campania.Vediamo punto per punto.·       Agenzia per le confische dei beni sequestrati alla mafia. Dovrà censire, custodire e amministrare con un unico database informatico il patrimonio confiscato ai boss, impedire che tornino in mani sospette, valorizzarlo nell’interesse dello Stato e del territorio.·       Codice unico antimafia. Raccoglie in un testo unico gli interventi legislativi dal 1965 ad oggi. Eviterà conflitti di competenza e interpretazioni difformi da parte delle varie procure, che spesso costituiscono un alibi (o peggio) per la criminalità organizzata.·       Più poteri alla Dia. E’ la direzione antimafia che, sulla scia del modello americano, potrà centralizzare e coordinare le indagini.·       Contro il business dei rifiuti. Indagheranno le divisioni distrettuali antimafia: è infatti definitivamente accertato che – come in Campania – è la malavita a gestire e profittare delle discariche e dell’emergenza immondizia.·       Usura. Le vittime dei racket saranno aiutate economicamente dal governo e dallo Stato, come invocato dalle associazioni imprenditoriali.·       Mappa delle mafie. Unificherà le banche dati sulle famiglie criminali in un unico sistema informatico chiamato Macro. Saranno così evidenti gli intrecci, le alleanze e sarà possibile ricostruirne le mosse ed i business.·       Appalti. La tracciabilità dei flussi finanziari sarà estesa a tutta Italia in maniera da individuare situazioni a rischio o ambigue negli appalti.·       Sequestri all’estero. I beni mafiosi saranno sequestrati nei paesi dell’Unione europea dove quasi sempre finiscono per essere riciclati.·       Operazioni sotto copertura. Le forze dell’ordine vedranno aumentati i loro poteri e la loro autonomia per infiltrarsi all’interno delle organizzazioni mafiose.·       Contro il lavoro nero. Piano straordinario in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Oltre 20 mila aziende saranno controllate da 550 ispettori.·       Il piano del governo, che sarà immediatamente operativo per ciò che riguarda l’Agenzia, e passerà attraverso una legge per il resto, ha avuto il plauso e la collaborazione della Confindustria, impegnata nelle operazioni contro l’usura a danno dei suoi associati. E’ un ulteriore passo avanti nel contrasto alla criminalità organizzata che mai aveva conosciuto successi così importanti come con il centrodestra. Successi così sintetizzati da Berlusconi:·       In 19 mesi sono stati sequestrati 12.111 beni per un controvale di 7 miliardi di euro.·       L’aumento rispetto allo stesso periodo precedente è del 100 per cento.·       3.122 beni sono stati confiscati dallo Stato.·       In questo caso l’aumento è del 345 per cento.A tutto ciò va aggiunto l’imponente numero di boss e latitanti individuati ed arrestati; le famiglie sgominate.Come ha spiegato il premier, sia il piano sia quanto fatto finora danno il senso del ritorno dello Stato in una parte d’Italia che era stata di fatto abbandonata a se stessa. E tutto questo mentre una certa stanca propaganda televisiva indulge a rappresentare nei talk show e nelle fiction una realtà ben diversa: un danno d’immagine al Paese, ed il rischio di creare dei miti attraverso lo spirito di emulazione.Ma non solo. Il governo, intervenuto sul campo, deve ora recuperare politicamente le regioni in cui la criminalità ha prosperato. Campania, Calabria, Puglia sono tuttora nelle mani della sinistra, che ha di fatto ammainato bandiera di fronte alle famiglie criminali. Un’abdicazione dovuta ad un gestione cattiva o connivente, ed all’aver respinto o scoraggiato qualsiasi iniziativa imprenditoriale privata, qualsiasi progetto infrastrutturale a capitale misto. La concorrenza e l’imprenditorialità, assieme alla forte presenza dello Stato, sono essenziali per il ritorno alla normalità. Ma la sinistra ha scelto da anni un’altra strada.Le Regionali dovranno sanare anche questa situazione, eliminare dalle abitudini degli amministratori e dagli animi della gente del Sud il fatalismo e la resa.Concludiamo con la surreale e artificiosa polemica che la sinistra ha prontamente impiantato sulle parole di Berlusconi contro l’immigrazione clandestina: “I risultati del contrasto all’immigrazione clandestina sono molto positivi, la riduzione degli extracomunitari significa meno forze nelle schiere della criminalità”. Parole chiare, che però non sono piaciute all’opposizione: che attraverso Pier Luigi Bersani e Anna Finocchiaro vi ha intravisto un reato di “lesa clandestinità”. Dimostrando per l’ennesima volta di non capire la realtà, e di aver perso il contatto con gli italiano. L’opinione pubblica è infatti in modo massiccio con Berlusconi anche su questo fronte.Pochi giorni fa il presidente francese Nicolas Sarkozy, in una trasmissione televisiva domenicale, aveva detto: “I clandestini? Li curiamo, li sfamiamo e li rispediamo subito a casa. Non diventeremo come era diventata l’Italia, il paradiso degli sbarchi”. In Francia, culla della democrazia illuminata, nessuna polemica. Possibile che la nostra sinistra non cambi mai? *ilmattinale

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento