La Bilancio risponde a Roberto Saviano

Mag 13th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli

Ci indigniamo per politici come l’imputata Sandra Lonardo Mastella che dall’esilio si ricicla per sostenere, questa volta, non più il Pd ma il candidato a governatore in Campania del Pdl, Stefano Caldoro. Per Fiorella Bilancio, che aveva tappezzato Napoli di manifesti del Pdl ma all’ultimo momento è stata cancellata dalla lista del partito e ha accettato la candidatura nell’Udc. Così sui manifesti c’è il simbolo di un partito ma lei si candida per un altro.  Il giorno stesso postai all’articolo questo mio commento: Gentile Saviano, riassumo la risposta a Emanuele Macaluso su www.leragioni.it, da cui presumo lei abbia tratto la notizia e l’indignazione che mi riguardano. “Il mio caso è un prodotto di risulta della legge elettorale nazionale, la quale costringe i deputati a frequentare i palazzi romani per riproporre se stessi e ad abbandonare i nostri territori, salvo utilizzare la ghigliottina delle liste elettorali per decapitare chiunque quei territori cerchi di dissodarli, coltivarli, renderli fertili con la buona politica; come è successo a me, che provo a raccogliere consensi sugli impegni mantenuti e sulle opere realizzate e a dare un riferimento a tante persone che chiedono di essere rappresentate. E se, dopo aver firmato la candidatura, all’ultimo minuto pochi signori si accordano nottetempo su altri, inopinati nomi, non vedo lo scandalo nell’accettare ospitalità di una lista della stessa coalizione per mantenere fede agli impegni e continuare il lavoro avviato. Saluti. Fiorella Bilancio  Penso che, come minimo, il dott. Saviano avrebbe dovuto prendere atto della risposta e provare a discernere il grano dal loglio: e invece ha ignorato la mia replica, e ha trovato più comodo continuare a fare di tutta l’erba un fascio in un faccia a faccia con Al Gore (addirittura!), recando grave torto alla ragione, all’etica e a tanti cittadini perbene che mi hanno incoraggiato nella mia scelta di candidarmi e mi hanno votato,  i quali niente hanno a che fare con quel po’ po’ di scenario fosco che viene evocato in quel video, con cui la mia vicenda non c’entra un fico secco.Certo, difendersi da una critica di Saviano è molto difficile, forse inutile e certamente rischioso dal punto di vista mediatico, soprattutto per me che sono sindaco di centrodestra di un piccolo comune, e quindi senza le reti di solidarietà che in questi casi vengono stese dai Travaglio, i Santoro o dai Beppe Grillo di paese, insomma dai tanti affiliati al club del “politicamente corretto”. Io invece temo di essere politicamente scorretta, secondo gli standard dello scrittore, perciò sono facile bersaglio di una facile retorica, e trovo questa cosa inquietante: Saviano ha diviso una volta per tutte il mondo in buoni e cattivi, e naturalmente i cattivi sono quelli che non rientrano nel suo schema. Chi, come me, si difende dalle sue critiche sballate, non merita neanche una risposta; e invece le motivazioni che ho dato, su questo blog, a lui stesso e nella lettera a Berlusconi, della mia scelta di candidarmi, possono piacere o non piacere, ma non possono cadere nell’indifferenza. Sono le mie ragioni, e pretendo che siano considerate, non ignorate per indignarsi con più agio come accade a Saviano.

Il fatto è che lui gode di un privilegio che ai miei occhi di libera cittadina è gravissimo: fa c tiche ma non ne può ricevere. E’ diventato un’icona sacra e intoccabile, una madonna pellegrina dello sdegno militante, che si indigna a favore di telecamera, senza ascoltare le ragioni di chi lui stesso tira in ballo a sproposito.

Ma nessuno può denigrare nessuno, in un Paese civile, senza poter essere a sua volta contraddetto. A meno che non si chiami Roberto Saviano, nel qual caso si rischia un processo per vilipendio o per lesa maestà. Correrò questo rischio.

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