G8: le nostre scelte, da esempio

Giu 26th, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri

I temi dello sviluppo sono al centro del G8 che si apre a Muskoka, in Canada. L’Italia si presenta forte dei risultati ottenuti con il precedente G8 dell’Aquila. Nella dichiarazione finale che la presidenza canadese sta mettendo a punto, infatti, avrà una posizione di rilievo la vera e propria rivoluzione della filosofia e dell’approccio degli aiuti allo sviluppo che proprio la presidenza italiana ha teorizzato e voluto all’Aquila e alla quale da allora fanno riferimento gli Stati e gli organismi internazionali. Un approccio “omnicomprensivo”, che non riduce la visione della solidarietà internazionale verso il Sud del mondo a una pioggia di soldi che non si sapeva con certezza nelle mani di chi effettivamente andassero. Non più, quindi, una visione assistenzialistica, ma pragmatica e autenticamente mirata allo sviluppo.  Grazie all’impostazione italiana del G8 aquilano, oggi si parla di una serie di protagonisti delle iniziative di solidarietà che devono raccordarsi tra loro: non solo i singoli Stati con le loro pubbliche istituzioni per lo sviluppo, ma interi sistema-paese dal settore privato alle fondazioni, dai singoli privati alle associazioni e alle organizzazioni non governative. E non solo. È ancora all’Aquila che si è imposto il principio dell’“accountability”, ossia della verifica dell’efficacia degli aiuti e dell’effettivo uso dei fondi per precisi obiettivi. Una certificazione che vale non solo a misurare le promesse mantenute (o non mantenute) da parte dei donatori, ma anche la trasparenza e l’efficienza con la quale i beneficiari hanno impiegato gli aiuti ricevuti.  Ma l’eredità dell’esperienza italiana e del G8 dell’Aquila non si limita a questo. Il G8 canadese sposa in pieno la sottolineatura tutta italiana del tema della sicurezza alimentare. Lo scorso anno, infatti, dall’Aquila scaturì una dichiarazione sul tema della lotta alla fame nel mondo e lo sviluppo dell’agricoltura sostenuta da 40 Paesi con impegni finanziari concreti (l’Italia ha già erogato da allora 190 milioni di dollari su una promessa di 428 milioni in tre anni). L’impronta italiana è riconoscibile pure sul tema della gestione delle crisi. Al G8 dell’Aquila, infatti, si era puntato su tutti gli aspetti civili delle missioni di pace per la ricostruzione e stabilizzazione dei paesi coinvolti. Infine, il G8 aquilano ha prodotto i suoi effetti duraturi sul fronte della contrasto ai cambiamenti climatici a cui era stata dedicata in Abruzzo un’apposita dichiarazione in vista della Conferenza sul clima di Copenaghen dello scorso dicembre.  Quanto alle prospettive di crescita dell’economia mondiale che ancora si dibatte in modo disomogeneo in sacche di crisi e nelle conseguenze della recessione, il Presidente Berlusconi porterà al tavolo del G8 e in modo anche più consistente al G20 l’esempio virtuoso della strategia di contrasto seguita dall’Italia. Il premier potrà dire che l’Italia non è mai stata sotto attacco della speculazione perché ha dimostrato che il suo sistema è sano, solido e soprattutto affidabile. I nostri conti pubblici sono sicuri, la politica di consolidamento fiscale ha prodotto in pieno i suoi effetti. Dall’Italia è arrivato in tempi non sospetti un segnale di rigore e responsabilità, ma anche di fiducia e impulso alla crescita. La manovra appena varata è tale da non soffocare la ripresa, essendo centrata sui tagli alla spesa corrente, l’emersione del sommerso e la lotta all’evasione fiscale. In questo modo, il governo ha saputo equilibrare lo svantaggio dal quale partiva, costituito da un altissimo debito pubblico ereditato dai precedenti governi. Una condotta esemplare nell’interesse degli italiani ma anche della complessiva credibilità dell’Europa, e di oggettivo sostegno ai paesi maggiormente in difficoltà, specie mediterranei.

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