La Parola di oggi

Ott 28th, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
29 ottobre 2010
Venerdì
S. Ermelinda - XXX tempo ordinario (C) - II

PREGHIERA DEL MATTINO
Signore nostro Dio, io tento come posso di darti un posto nella mia vita.
I tuoi comandamenti non mi lasciano indifferente. Nei momenti di gioia
me ne rallegro, perché il seguirli mi assicura che tu ne sei contento e
ciò mi consola. Rendimi attento alla tentazione dei devoti: rispettare
la legge, svolgere il proprio dovere per presentarsi al tuo cospetto in
buona coscienza o forse per ottenere un premio. Fa’ invece che, seguendo
la tua volontà, abbia parte al tuo essere che è amore, affinché io possa
divenire uno strumento della tua bontà verso gli uomini. Non permettere
che dimentichi la mia colpa e la mia debolezza, che tu hai perdonato
nella tua misericordia. Così, sarò misericordioso e non giudicherò gli
altri.

PRIMA LETTURA (Fil 1,1-11)
Colui che ha iniziato in voi l’opera buona, la porterà a compimento fino
al giorno di Gesù Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che
sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi. Grazia a voi e pace da Dio,
Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
Ringrazio il mio Dio ogni volta ch’io mi ricordo di voi, pregando sempre
con gioia per voi in ogni mia preghiera, a motivo della vostra
cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al
presente, e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera
buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
È giusto, del resto, che io pensi questo di tutti voi, perché vi porto
nel cuore, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è stata
concessa, sia nelle catene, sia nella difesa e nel consolidamento del
vangelo. Infatti Dio mi è testimonio del profondo affetto che ho per
tutti voi nell’amore di Gesù Cristo.
E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in
conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere
sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di
Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo
di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 110)
R. Grandi sono le opere del Signore.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
nel consesso dei giusti e nell’assemblea.
Grandi sono le opere del Signore,
le contemplino coloro che le amano. R.
Le sue opere sono splendore di bellezza,
la sua giustizia dura per sempre.
Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
pietà e tenerezza è il Signore. R.
Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti. R.

CANTO AL VANGELO (2Cor 3,6.17)
R. Alleluia, alleluia.
La lettera uccide, lo Spirito dà vita,
e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà.
R. Alleluia.

VANGELO (Lc 14,1-6)
Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito
fuori in giorno di sabato?
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per
pranzare e la gente stava ad osservarlo. Davanti a lui stava un idropico.
Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: “È lecito
o no curare di sabato?”. Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo
guarì e lo congedò.
Poi disse: “Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo
tirerà subito fuori in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere
nulla a queste parole.
Parola del Signore.

OMELIA
Fin dalla nostra più tenera infanzia, genitori e professori hanno tentato
di insegnarci a vivere: come sedersi a tavola, salutare, rispettare le
persone più anziane, presentarsi a chi non ci conosce… Chi sa e mette
in pratica queste cose passa per una persona ben educata. Ciò rende più
facile la vita a lui e agli altri. Si comporta come conviene nelle
situazioni abituali, con soddisfazione di tutti, senza riflettere troppo
e senza fatica.
La pratica religiosa osserva un rituale prestabilito: preghiera e
raccoglimento, sacrifici e risposta dell’uomo ai comandamenti celesti
che, nelle diverse civiltà, hanno forme ben definite. Nessuno screditerà
il valore di un culto reso a Dio, né disprezzerà le buone abitudini che
avvicinano a Dio. Tuttavia, il seguire scrupolosamente la legge non dà
garanzia alcuna quanto all’avere compreso il senso di tale obbligo. Si
tratta ancor meno di un’esigenza: stima da parte degli altri uomini o
ricompensa divina per le nostre opere spirituali.
Il Dio di Gesù Cristo si aspetta qualcosa di più di una pia abitudine,
anche se irreprensibile. Gesù ci rivela che comandamenti e doveri non
riguardano azioni esterne. Sono vincoli che permettono a Dio di
conquistare il cuore dell’uomo. “Tu non hai voluto né sacrificio né
offerta, un corpo invece mi hai preparato […]. Allora ho detto: Ecco,
io vengo […] per fare, o Dio, la tua volontà”, dice Cristo giungendo
in questo mondo (Eb 10,5-7). E il discepolo non può interpretare le
prescrizioni di devozione in modo diverso dal maestro. Se lo segue, il
rigido ritualismo si attenua. Dio è anche il Signore del pensiero e della
volontà umana, non soltanto dei movimenti del corpo e dell’uso
particolare di certi oggetti. Insomma: è l’amore che determina la nostra
risposta.
La pratica di devozioni dei farisei era impressionante: il digiuno e
l’elemosina erano spesso portati all’estremo. Ciononostante, Gesù
rimprovera vigorosamente questi uomini, essenzialmente per la meschineria
del loro pretendere di conteggiare tutte le loro buone azioni di fronte
a Dio. Ma li condanna anche per un’altra ragione: la loro pretesa
perfezione non era un riflesso della perfezione divina come, invece,
avrebbe dovuto essere. Mancavano loro la benevolenza e l’amore. Ma Dio
è Amore.
Per tornare al brano del Vangelo: esso pone interrogativi soprattutto
alle anime che si autodefiniscono pie.

PREGHIERA DELLA SERA
Signore, fa’ che sia sincero con i fratelli e con me stesso. Certo, mi
hai permesso di fare una buona azione oggi; sono forse riuscito a
difendere la verità, ad aiutare, confortare e incoraggiare il prossimo;
forse ho saputo essere profondamente sincero, nonostante gli
inconvenienti che ciò comportava, disponibile verso gli altri, a costo
della mia stessa sicurezza. Ma, come mi accorgo ora che tutte queste
azioni erano intaccate dall’egocentrismo e da una punta d’orgoglio!
Preservami da ogni autoammirazione e autocontemplazione. Fa’ che riesca
a levare lo sguardo alla croce. Tu hai sopportato di conoscere la
sofferenza del fallimento. Fa’ che, quando faccio la tua volontà, non
cerchi troppo spesso me stesso.

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