Rifiuti, ignobili speculazioni

Ott 28th, 2010 | Di cc | Categoria: Ambiente

I sindaci del vesuviano non hanno ancora firmato l’accordo proposto da Bertolaso, ma in compenso hanno accettato di collaborare alla soluzione del problema rifiuti: così un’altra notte è passata tranquilla e procede il lavoro per riportare nei prossimi giorni le strade di Napoli alla normalità. Non sarebbe male, in questa situazione, se assieme ai rifiuti si gettassero in discarica per qualche giorno anche le polemiche. E invece sulla linea del sindaco Iervolino (della serie: non ho colpe, non c’entro, passavo di qua per caso…) si muove anche con inusitata durezza e faccia tosta niente meno che l’amministratore delegato dell’Asìa, la fallimentare municipalizzata per la raccolta dei rifiuti di Napoli. Ieri ha polemizzato con Bertolaso, profetizzando, con un ottimismo che farà piacere ai suoi concittadini, che “entro Natale ci sarà un’altra emergenza”.  Alla devastante gestione dell’Asìa da parte del manager (Daniele Fortini) proprio oggi Il Sole 24 Ore fa i conti in tasca. In estrema sintesi basterebbe ricordare che la società di raccolta rifiuti ha perso oltre 100 milioni in sette anni, nonostante la crescita dei fondi comunali ai quali ha attinto. Il 2009 si è chiuso con una perdita secca di 18 milioni su un fatturato di 161 e nel 2008 le perdite erano state di 46 milioni. Lavorare in perdita lasciando per strada migliaia di tonnellate di spazzatura sembra essere il core business di questa azienda che è la più malconcia d’Italia in questo settore e il cui servizio viene pagato dal Comune (170 milioni l’assegno staccato nel 2009), che a sua volta riscuote dai cittadini una tassa rifiuti che nel giro di un anno è cresciuta del 70%.  E ancora crescerà, se verrà applicato il meccanismo della premialità sulla differenziata: avrebbe dovuto essere al 35% e invece è ferma sotto la soglia del 19%, motivo per il quale invece del premio dovrebbe arrivare una sanzione. Chiamiamola “tassa Iervolino”, tanto per capirci. Farebbero dunque meglio a tacere e collaborare con lo Stato gli esponenti di questo disastro municipale. Anche perché a togliere ossigeno alle ignobili speculazioni politiche contro il governo e Berlusconi arrivano le ultime conferme sulle infiltrazioni della camorra nei disordini culminati in un agguato a due pattuglie della polizia. I quattro giovani arrestati - secondo la Direzione distrettuale antimafia di Napoli - sarebbero contigui al clan Fabbrocini, interessato a cavalcare la protesta popolare al fine di inserirsi (è l’ipotesi) nella gestione delle cave destinate ad accogliere i rifiuti.  Il procuratore capo di Napoli dott. Lepore aveva più volte escluso la partecipazione di camorristi alla “legittima protesta” degli abitanti di Terzigno; successivamente aveva ipotizzato la presenza di giovani tipo ultrà; attendiamo che con un piccolo sforzo di volontà e di verità faccia un passino avanti, certificando quello che la Dda considera un dato acquisito, cioè le infiltrazioni della delinquenza organizzata nella protesta.  Una tesi che magari dispiace a qualcuno, visto che conferma quel che è sotto gli occhi di tutti: la camorra è contro questo governo perché lavora dal 2008 per la normalizzazione del ciclo dei rifiuti a Napoli e in Campania. Dove per tanti anni, con la sinistra al vertice degli enti locali, il territorio è stato devastato e sull’immondizia la malavita ha fatto grandi affari.     

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