Tremonti: mai le tasse sui Bot

Ott 29th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

“Il tema dei cambi non è più appannaggio degli intermediari finanziari, ma confronto fra enormi blocchi continentali” con protagonisti gli Usa, l’Asia e l’Europa. Lo afferma il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, alla Giornata mondiale del risparmio, notando come il riferimento alla “volatilità” contenuto nel comunicato del G20 da lui sottoscritto non è più molto attuale, e che nei Paesi con un equilibrio economico già “al margine” i cambi sono in grado di alterare l’equilibrio.  Il numero uno di via XX Settembre parte dal tema dei cambi ma parla di economia a 360 gradi. Affronta la questione europea: “nella UE c’è più debito che ricchezza, più deficit che prodotto interno lordo. Così non si può continuare. L’Europa ha cessato di parlare per voci singole: non è una voce unica ma un coro abbastanza intonato. L’effetto della crisi è certamente sull’Europa quello di nation building”. Tremonti dedica una parte del suo discorso alle azioni messe in campo dal Governo in ambito economico: “non è stata solo una politica di rigore sui conti pubblici, ma una politica mirata alla coesione sociale”. Ma specifica “non si mette, comunque, mano alle riforme senza avere prima le risorse. Come per esempio quella fiscale. L’Europa non consente di fare le riforme in deficit”.  E accenna anche alla crisi: “all’inizio tutti parlavano della reazione alla crisi e parlavano di stimoli. La parola stimolo in sé ha già qualcosa di ridicolo e di grottesco. Ad una congiuntura reagisci apportando degli stimoli ma non è una congiuntura, un ciclo economico, ma è una crisi e la crisi è discontinuità, cambio di paradigma. Che tutto fosse gestibile in termini di stimoli era un’idea ritardata e un po’ riduttiva”. Ed esprime il suo scetticismo su Basilea 3: “ho molte riserve, molti dubbi, molte perplessità. Come ne avevo su Basilea 2”. Introduce alcune novità che potrebbero arrivare con la riforma fiscale: “un’idea per le banche è quella di avere due aliquote, una più bassa per la proprietà industriale e commerciale delle banche e una più alta per le attività finanziarie”. Ed evidenzia: “credo di essere aperto a tutte le ipotesi che possono arrivare, e in parte sono già arrivate da Assogestioni e Abi, su una possibile riforma delle attività”. Ribadisce però: “credo che sia inappropriato tassare le rendite e quindi tassare i Bot. Tassare i Bot non è la cosa giusta nel momento giusto”. Il titolare del dicastero di via XX Settembre commenta anche i numeri sulla disoccupazione: “così come esposti oggi dal governatore della Banca d’Italia, secondo cui l’Italia ha un tasso di “sottoutilizzo” del lavoro dell’11 per cento tenendo conto di cassintegrati e lavoratori scoraggiati, i dati sulla disoccupazione meritano assoluta condivisione. Sono stati rimossi così alcuni equivoci. Inoltre – sottolinea – con Draghi potremo condividere un altro punto di vista, e cioè quello evidenziato da una ricerca di Confartigianato secondo cui in Italia esistono 400 mila posti di lavoro che non vengono accettati”. “In altre parole – spiega Tremonti – “se la tua prospettiva è il posto fisso in una fondazione bancaria la chance di disoccupazione è molto alta. Così come se si dice ‘no grazie’ a posti di lavoro da infermiere, meccanico, sarto, apprendista, categorie civili che vanno presentate in modo un po’ diverso”.  Tremonti incassa l’approvazione di Draghi. Il governatore, infatti, ha riconosciuto il buon lavoro fatto dal governo con la manovra triennale di luglio. Il ministro conclude sottolineando la quantità di provvedimenti decisi dal governo da quando è in attività: “dicono che non abbiamo fatto niente - rileva rivolto all’opposizione - ma abbiamo fatto tre finanziarie e 13 provvedimenti economici. E ricordo che è stata fatta la più grande riforma delle pensioni in Europa senza un’ora di sciopero” e sugli ammortizzatori sociali la Cig in deroga “è già una riforma”. Poi c’è la garanzia sui depositi bancari, gli strumenti ibridi sulla patrimonializzazione, il fondo di garanzia per le opere pubbliche e altri provvedimenti. Mentre sul federalismo fiscale c’è un ampio consenso in Parlamento e tra Comuni e Regioni. Da ultimo, ricorda che il Sud rimane la priorità ed è necessario un ritorno dello Stato.

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