Processo breve, il centrodestra accelera

Mar 31st, 2011 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

A Montecitorio la maggioranza accelera sul provvedimento volto a ridurre la durata dei processi, proponendo e incassando l’inversione dell’ordine del giorno, che prevedeva al primo punto l’esame della legge comunitaria. Una mossa che innesca la scomposta reazione delle opposizioni e riaccende la polemica sulla questione giustizia, anche in relazione all’orientamento manifestato dal presidente di Montecitorio, Gianfranco Fini, sul conflitto di attribuzione con i magistrati di Milano chiesto dal centrodestra per il processo sul caso Ruby: la terza carica dello Stato fa sapere che, a prescindere dalle conclusioni cui perverra’ l’Ufficio di presidenza, l’assemblea della camera dovra’ comunque pronunciarsi al riguardo.  Ma a infiammare il confronto con le minoranza e’ l’ok all’inversione dell’odg. La proposta di procedere subito all’esame del provvedimento sul processo breve e’ passata con una maggioranza di 15 voti. Hanno votato a favore Pdl e Lega, hanno votato contro Pd, Idv e Nuovo Polo.  Appena il vicecapogruppo del Pdl Simone Baldelli ha chiesto di accantonare l’esame della Comunitaria e passare direttamente al testo che prevede tra l’altro la prescrizione breve per gli incensurati e’ insorto Franceschini, denunciando la violazione dell’articolo del regolamento della Camera che riserva all’opposizione uno spazio dei lavori dell’Aula per le proprie proposte di legge.  Fini ha osservato che “la presidenza non puo’ che consentire che l’assemblea sia chiamata a pronunciarsi”, citando a sostegno della sua scelta le precedenti decisioni assunte dalla Giunta per il regolamento nelle sedute del 24 settembre e del 29 settembre del 1998. “L’inversione dell’ordine del giorno ha destato scandalo. Se non l’avessimo proposta la Camera avrebbe trattato la legge Comunitaria che contiene la responsabilita’ civile dei magistrati e le opposizioni si sarebbero scandalizzate anche per questa”. Cosi’ il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, parlando con i giornalisti a Montecitorio, ha replicato alle polemiche del centrosinistra in merito alla richiesta del Pdl di esaminare subito il processo breve in Aula.  Secondo Alfano, “era all’ordine del giorno una indignazione programmata del centrosinistra”. “Hanno solo invertito l’argomento di indignazione - ha commentato -. Ma si sarebbero comunque indignati come fanno tutti i giorni”. Quanto alla riforma costituzionale della giustizia, ” la sosteniamo - ha detto Alfano - perche’ e’ utile e non abbiamo intenzione di mercanteggiare su questa o quella legge. Il testo della riforma andra’ in Commissione e li’ ci sara’ un confronto nel merito. La riforma costituzionale gode di una sua forza e di un suo ruolo e va trattata in autonomia. E’ troppo facile dire: ‘Non ci piace una legge e allora siamo contro la separazione delle carriere’. Comunque al momento opportuno ciascuno si assumera’ la responsabilita’ di dire si’ o no”.    Processo breve/Lehner: velenoso La Malfa, eletto grazie a Silvio “La Malfa di suo non avrebbe i voti neppure per amministrare il proprio condominio. Infatti, è stato eletto alla Camera solo grazie alla generosità di Berlusconi, eppure si distingue in Aula per la velenosità dei suoi interventi contro Silvio, suo benefattore e salvatore”. Così Giancarlo Lehner, deputato ‘Responsabile’.    Processo breve/Leone: dall’opposizione immobilismo e miopia “Continuare a sostenere che il processo breve sia un provvedimento esclusivamente pro-Berlusconi, e’ una strumentalizzazione della minoranza e il modo per sottrarsi a un confronto che sulla riforma della giustizia il governo vuole aperto e capace di recepire tutti i contributi utili”. Lo ha detto Antonio Leone (PdL) vicepresidente della Camera dei deputati, che parla di “una pregiudiziale che va superata. Con il processo breve si attuerebbe un atto di giustizia preventiva verso i cittadini, che hanno diritto alla durata ragionevole di un processo, senza dover aspettare decenni per una sentenza, come accade in Italia. Le barricate dell’opposizione - conclude Leone - in appoggio al dissenso preventivo della magistratura, sono un attestato di immobilismo, ma anche di miopia politica, visto che il governo sta portando avanti una riforma costituzionale della giustizia, non una leggina da far passare a maggioranza”. 

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