Sette euro (lordi) a pezzo, i collaboratori del Mattino chiamano cinque prefetti

Feb 19th, 2021 | Di cciotola | Categoria: Sindacato

Sotto le 2500 battute, si passa da nove euro a pezzo a sette euro.

Lordi.

Caltagirone editore adegua i compensi dei collaboratori delle edizioni locali del Mattino di Napoli a quelli delle edizioni locali del Messaggero di Roma. E chiede ad ogni collaboratore, come è successo al Messaggero, di firmare per accettazione le nuove tariffe. Senza firma non potranno più entrare nel sistema editoriale per recapitare gli articoli.

I collaboratori si sono riuniti in un coordinamento e hanno chiesto ai prefetti delle cinque province campane l’apertura di un tavolo. Ad assisterli, il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri e il segretario generale aggiunto della Fnsi, Mattia Motta.

EQUO COMPENSO BLOCCATO

Ha detto Motta: “La presenza massiccia di giornalisti precari, sfruttati e senza diritti che coprono le cronache di territori complicati comporta rischi altissimi. In gioco, in queste vertenze, oltre alla dignità professionale, c’è il diritto dei cittadini di essere informati da giornalisti liberi e indipendenti. Le Prefetture devono occuparsene”.

Durante l’incontro è stata evidenziata l’importanza della riapertura del tavolo sull’equo compenso, che ha avuto un nuovo stop con la caduta del governo. I lavoratori hanno confermato lo stato di agitazione e si sono dichiarati pronti a nuove forme di protesta.I collaboratori negli ultimi mesi hanno organizzato proteste al Giornale di Sicilia, a Repubblica e al Messaggero, dove la vertenza ha suscitato clamore, ma non ha prodotto alcuna marcia indietro dell’editore.

La strategia di Caltagirone è stata di non rispondere ad accuse e richieste di confronto e ora la sta riproducendo al Mattino: non ha dato seguito alla richiesta di incontro da parte del sindacato per chiedere la revoca dei tagli.

SERIE A E SERIE B

I collaboratori del Mattino dell’area metropolitana di Napoli e delle province campane sono circa 200. «L’ennesimo taglio ai compensi dei collaboratori delle province -denunciano Fnsi e sindacato campano- aumenta ulteriormente il divario inaccettabile tra i colleghi che lavorano a Napoli e quelli che lavorano nel resto della Campania, dividendo di fatto i giornalisti in quelli di serie A e di serie B”.

“Il quarto taglio operato in pochissimo tempo ai nostri compensi, già minimal -hanno scritto in una lettera all’Azienda i collaboratori del Mattino- costituisce un ulteriore depauperamento di quella dignità del lavoro che da sempre proviamo, e con fatica, a tenere alta con il nostro impegno quotidiano. Il taglio costituisce la scure con cui ci avete saettato in un momento che già è di per sé di difficoltà, considerando che i nostri “guadagni” sono estremamente ridotti. Se in ogni luogo si prova a tutelare i lavoratori dalla pandemia, dai licenziamenti, dalla riduzione del lavoro in generale, nel nostro caso non solo non siamo tutelati, ma si fa pesare sull’elemento più debole la crisi stessa. E’ grave che tutto ciò accada in un momento di rischi altissimi per la nostra salute, rischi che corriamo per rendere informazioni corrette, precise, diffuse ai cittadini e quindi al nostro giornale. Sì, il nostro giornale, perché noi, al di là di tutto lo sentiamo tale. Ma non sentiamo da parte dell’editore lo stesso senso di appartenenza e rispetto verso di noi, la nostra professionalità, le nostre persone”.

“SIAMO RIDOTTI A MERCE”

Continua la lettera: “Siamo consci che è fondamentale cambiare le regole di questo lavoro o saremo sempre ‘merce’ per gli editori. Come pensiamo che giovani leve possano avvicinarsi? Chiediamo quindi una revisione delle decisioni assunte e chiediamo l’apertura anche di una discussione intorno al futuro di questo ‘pezzo’ di Mattino, che siamo tutti noi collaboratori. Coloro che ogni giorno sono sui territori, coloro che ogni giorno incontrano ed ascoltano le persone consentendo al nostro quotidiano di essere radicato ed autorevole”.

Da due anni Caltagirone ha spostato la sede del Mattino da via Chiatamone, dietro al lungomare Caracciolo dove è stata dal 1956, al Centro direzionale. Al momento la destinazione più probabile di via Chiatamone è un supermercato.

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