I quartieri della città nella gestione politica: come migliorare le Municipalità

Ago 27th, 2021 | Di cciotola | Categoria: Municipalità

di ennio silvano varchetta

 

 

Nel tanto auspicato decentramento amministrativo sarebbero dovute diventare un coacervo di efficienza: parliamo delle Municipalità che hanno preso, una quindicina di anni fa, il posto delle vecchie Circoscrizioni.

Prima erano 21 come i quartieri della città, ora ridotte a 10, avendo accorpato in ognuna due o più quartieri.

Avrebbero dovuto avere un buon funzionamento, servizi efficienti, autonomia di azione.

Tutto condivisibile, di buon senso, idee ed espressioni di un pensiero e di un ragionamento di ampio respiro che dovrebbe ispirare la politica. La realtà ha riservato tutt’altri scenari.

Nel tentativo di suggerire argomenti e linee programmatiche, l’argomento del decentramento amministrativo che è questione, ahimè, di cui si discute solo in occasione delle elezioni per essere poi abbandonata all’indomani delle stesse, resta uno di quei delicati temi su cui bisognerebbe mettere mano e  da cui partire per migliorare la qualità della nostra città.

Da esso ne deriva l’effettivo funzionamento delle Municipalità, quale declinazione della efficienza della pubblica amministrazione e vicinanza al cittadino fruitore. 

Sul mai decollato decentramento andrebbero fatte una serie di indagini eseguite da esperti amministrativisti seguite da altrettante riflessioni politiche per sostenere la fattibilità giuridica della trasformazione delle attuali Municipalità. 

 

Da docente, giornalista e cittadino attivo che segue il divenire della vita sociale e politica locale mi sento di proporre:

conferire piena soggettività giuridica alle Municipalità;  

aprire a possibilità di partecipazione a progetti europei ottenendone i relativi fondi; 

dotare le piccole istituzioni locali di un proprio bilancio;

conferimento di pieni poteri nelle materie in cui esse, da regolamento, hanno già competenza;

trasferimento di sufficienti risorse economiche derivanti dalle funzioni e dalle attività svolte sul proprio territorio di competenza; revisione geografica ed eventuale loro dimensionamento tenendo conto della morfologia del territorio napoletano e delle diverse realtà sociali occorrenti di specifiche necessità di welfare.

Mi piace ricordare l’Autonomia scolastica: 

l’autonomia delle singole scuole (legge n°59/97) che si compone di: 

•autonomia

 didattica;

•autonomia organizzativa;

•autonomia di ricerca, più alcuni elementi di autonomia finanziaria e gestionale. 

L’autonomia didattica permette la formulazione dei curricoli a livello di scuole.

Con essa le scuole hanno avuto, negli ultimi anni, significative possibilità di crescita e sviluppo.

Ritornando quindi alle Municipalità riorganizzando i loro statuti si avrebbe la possibilità di 

trasformare Napoli in città  metropolitana e non far più vivere ai cittadini, in contrasto con un mondo globalizzato, quella odiosa e provinciale divisione centro-periferia. 

Le forze urbane centrifuga e centripeta devono avere lo stesso vigore e la medesima dignità. E chiudo con la speranza che la proposta qui raccontata sia discussa, accolta, studiata e fatta propria dalle nuove realtà politiche che a breve si appresteranno a guidare la terza città d’Italia. Agire sulla variegata costituzione dei tasselli che compongono Napoli significherebbe poter realizzare auspicati cambiamenti, migliorare la complicata macchina amministrativa, ossigenare la vivibilità a beneficio di tutti.

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